Via al centrismo atlantico. E Salvini elogia il Cavaliere

L'entusiasmo del partito: "Il leader è uno statista". Il leghista ammette: "È il perno del centrodestra"

Via al centrismo atlantico. E Salvini elogia il Cavaliere

L'effetto Berlusconi è sempre lì, intatto ed efficace anche dopo 28 anni. Dopo la convention «L'Italia del futuro», Forza Italia si risveglia rinvigorita e per dirla con le parole del suo leader «ancorata all'Occidente, alternativa alla sinistra e distinta dalla destra di cui siamo alleati». Una identità ben definita e una capacità di mobilitazione che l'evento romano ha dimostrato esserci ancora. Ora queste energie bisognerà convogliarle verso i prossimi appuntamenti elettorali e tradurle in consenso. Ma la convinzione del partito è quella di poter mettere in campo una proposta politica all'altezza di questi tempi complessi, fatta di risposte concrete, ancoraggio atlantista, naturale vocazione all'ascolto e alla rappresentanza delle classi produttive.

«Le reazioni all'intervento del presidente Berlusconi hanno confermato l'assoluta centralità del nostro partito nel panorama politico» commenta Licia Ronzulli. «È una caratteristica che discende dalla nostra storia, dalla qualità e dalla coerenza delle nostre idee. Siamo i rappresentanti del Ppe, la principale famiglia politica europea in Italia, atlantisti, guidati dallo statista che organizzò il vertice di Pratica di Mare. È proprio questa nostra centralità che ci rende perno e parte insostituibile del centrodestra, e ci consente di mettere in campo, con i nostri alleati un progetto credibile e coerente per governare il Paese». Reazioni che non provengono soltanto da dentro Forza Italia. Matteo Salvini, infatti, visitando il Vinitaly rende omaggio al suo alleato. «Berlusconi è un amico, è un grande italiano, un uomo generoso, un politico lungimirante. C'ero anche senza esserci fisicamente ieri, ci sentiamo quasi tutti i giorni, concordiamo sostanzialmente su tutto. Forza Italia è e sarà un perno del centrodestra, e Berlusconi ha inventato il centrodestra. Non ci saranno tentennamenti».

Dentro il partito la sensazione è quella di aver messo in campo un evento utilissimo a ribadire, per dirla con Alessandro Cattaneo, «la centralità di Forza Italia, oltre ad aver rispolverato l'orgoglio azzurro. Se c'è un partito che non ha mai avuto una sbavatura in 28 anni di storia sul posizionamento atlantico siamo noi, semmai Berlusconi ha lavorato per includere la Russia in questo asse geopolitico e guardando ai prossimi 50 anni certo non possiamo lasciarla all'influenza cinese». Cattaneo invita anche gli alleati ad aprire una riflessione sulla centralità del Ppe. «I nostri alleati sanno bene quanto sia preziosa l'autorevolezza internazionale di Berlusconi e dovrebbero fare una seria riflessione sul posizionamento europeo: la storia degli ultimi due anni con le azioni finalmente all'altezza che l'Ue ha dato a pandemia e crisi geopolitica dicono che solo il Ppe e un lavoro serio nelle istituzioni danno quelle risposte concrete che i cittadini attendono».

Maurizio Gasparri è convinto che la due giorni romana rappresenti un ponte tra un presente fatto di lealtà senza cedimenti al governo Draghi e un futuro in cui ripartire da un governo di centrodestra. «Siamo leali con il governo e molto chiari nella difesa di scelte per noi irrinunciabili come quelle sul fisco, sulla casa, sull'impresa e sulla giustizia. Andiamo avanti perché i governi futuri del centrodestra si baseranno sui valori e sui progetti di Forza Italia». Valori «insostituibili»» anche per Vincenza Labriola, per Maria Tripodi che sottolinea la visione di lungo periodo del Cavaliere, così come per Andrea Mandelli che individua nella «chiarezza di idee e programmi, la determinazione nel perseguirli, la passione dei nostri dirigenti e militanti e la lungimiranza di Berlusconi» gli ingredienti per riprendere a crescere. Gianfranco Rotondi, infine, analizzando il discorso di Berlusconi individua nelle sue parole «la traccia inconfondibile della grande scuola democristiana: una scelta chiara e netta per l'Occidente, l'Europa, il Ppe.

È una grande soddisfazione per chi scelse questo leader come prosecutore del ruolo internazionale della Dc italiana. Va riconosciuto ad Antonio Tajani di aver collaborato con intelligenza a questo non scontato approdo».

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