Solo fino a pochi mesi fa molti di loro erano ancora considerati «traditori». Eppure ci sono circostanze in cui le cose della politica precipitano così velocemente che niente è impossibile. Al punto che nelle sue conversazioni private è lo stesso Silvio Berlusconi ad ammettere che sì, c'è «gente in riavvicinamento». Non ci gira troppo intorno l'ex premier, perché sono giorni in cui in molti hanno bussato alla sua porta nella speranza di riallacciare un filo. Dai semplici peones ad alcuni big, tutti rigorosamente collocati in quel magmatico centro che va dall'Udc ad Area popolare, passando per Ala e gli ex di Scelta civica fino ad Ncd. E proprio a proposito del Nuovo centrodestra, pare che da alcuni mesi con Angelino Alfano siano ripresi contatti telefonici piuttosto frequenti.
Il momento, d'altra parte, è delicato come raramente accade. Perché non c'è solo l'incertezza di una legge elettorale cui rimettere mano, ma pure l'assenza di interlocutori dall'altra parte dello schieramento, vista la resa dei conti in corso nel Pd. Il primo punto peraltro è dirimente, perché se il premio di maggioranza sarà assegnato alle coalizioni Forza Italia sarà costretta a ridurre le distanze con la Lega di Matteo Salvini e FdI di Giorgia Meloni. E il fatto che i rapporti tra Berlusconi e il leader del Carroccio siano ormai ai minimi termini non è certo un dettaglio. Anzi, forse è anche per questo, per liberarsi dal peso di alleanze non gradite, che l'ex premier guarda con più interesse ad una legge proporzionale che gli permetterebbe di correre da solo. A questo panorama vago va aggiunto il fatto che Berlusconi al momento fa fatica a individuare un interlocutore nel Pd, circostanza questa che aggrava le incertezze sulla legge elettorale che sarà. Proprio ieri, per dire, incontrando alcune deputate azzurre a Palazzo Grazioli, non ha esitato a definire Renzi «inaffidabile».
In questo quadro così incerto, dunque, il leader di Forza Italia ha iniziato a seguire con interesse un riavvicinamento della frastagliata galassia del centro, così da ritagliarsi il ruolo di «federatore» dell'area moderata da mettere sul piatto della bilancia dopo le prossime elezioni. Anche se, prima di prendere davvero una decisione sulla direzione da intraprendere, Berlusconi è intenzionato ad aspettare le presidenziali di fine aprile in Francia.
Dopo il voto sulla Brexit in Gran Bretagna e il successo di Donald Trump negli Stati Uniti, infatti, l'ex premier vuole capire se l'ondata populista - cioè il Front national di Marine Le Pen - va ad ingrossarsi, si stabilizza o arretra (ipotesi quest'ultima piuttosto improbabile). A quel punto si potranno avere le idee più chiare su quale sia la direzione da prendere per Forza Italia: la ricostruzione di un nuovo soggetto centrista o uno spostamento verso destra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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