C'è l'affondo di Silvio Berlusconi che invita a scegliere candidati moderati per assicurarsi la vittoria. Giovanni Toti che sottolinea come il centrodestra diventi vincente «solo quando sa fare tesoro delle forze civiche e sposta il baricentro al centro». E Carlo Calenda che si impegna con la sua Azione a evitare ammucchiate e a procedere per identità affini. Meglio da solo, insomma, piuttosto che in coalizione con i Cinquestelle o con la nuova creatura politica di Luigi Di Maio. «Quello che si ricava da queste elezioni è che c'è un'area importante che va dal 13-15 al 25% che vuole un'offerta differente» dice a Sky Tg 24.
Dal centro, insomma, arrivano segnali di vita. E non si tratta solo di modello Genova o di modello Palermo, che pure risuonano in molte analisi come formule riproducibili in chiave nazionale per il centrodestra di governo. Sì, perché in quattro città medio-grandi - Guidonia, Sabaudia, Acerra e Pozzuoli, tutte con popolazione compresa tra le 20mila e le 100mila unità - è stato il centro-centro ad assicurarsi la vittoria.
A Sabaudia a contendersi la fascia tricolore erano il generale dell'Arma in pensione Alberto Mosca (sostenuto da Forza Italia, Udc, Azione, Città Nuova e Scegli Sabaudia) e Maurizio Lucci, già due volte sindaco di Sabaudia (sostenuto dalle liste Lucci Sindaco, Obiettivo in Comune e Coraggio Italia). Al ballottaggio ha vinto il primo con il 52,89% dei voti contro il 47,11% del secondo.
A Guidonia Montecelio la sfida al ballottaggio si è conclusa a favore del candidato civico Mauro Lombardo opposto ad Alfonso Masini del centrodestra unito. A sostenere Lombardo nel rush finale sono state le sette liste civiche Nuovo Polo Civico, di cui fanno parte: Consenso Civico, Città Nuova, Civici, Polo Civico, L'Onda, Il Biplano e Guidonia Montecelio Domani.
Ad Acerra è Tito D'Errico medico reumatologo a capo di una coalizione formata da Azione, Europa Verde e da dieci liste civiche a conquistare la guida del comune contro Andrea Piatto sostenuto da Pd e M5S. A Pozzuoli, infine, vince Luigi Manzoni, candidato sostenuto da 10 liste, tra cui Europa Verde, Azione, Noi con l'italia, Noi Di Centro, Psi ed alcune civiche, vincendo contro Paolo Ismeno.
Difficile, naturalmente, immaginare una proposta politica autonoma che possa avere qualche chance di vittoria alle Politiche. Da una parte, piuttosto, Carlo Calenda aspira a disinnescare il campo largo che sta cercando di costruire Enrico Letta e a creare le condizioni per un Draghi bis. Dall'altra le forze moderate del centrodestra invocano candidati attrattivi che possano intercettare anche un voto di opinione, al di fuori dagli schieramenti tradizionali. «Mi convinco sempre di più che il modello Liguria sia l'unico con cui si vince» dice Giovanni Toti. «Allargare la politica alle forze civiche, costruire classi dirigenti serie, preparate, pragmatiche, refrattarie agli slogan e alle ricette semplicistiche senza inseguire il consenso facile, quello dei social, ma quello vero, che si costruisce giorno per giorno con capacità di decisione e cultura di governo». Una tesi sposata anche dal presidente dell'Udc Antonio De Poli.
«In Italia c'è una maggioranza valoriale di centrodestra. La coalizione vince quando si presenta unita, come avvenuto a Palermo e Genova. Replichiamo il modello Palermo per ottenere un buon risultato alle prossime Regionali e alle Politiche del 2023».
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