Il lunedì nero per aziende e partite Iva è iniziato con le dichiarazioni del viceministro all'Economia Antonio Misiani tutt'altro che di apertura. E la mancata proroga al 30 settembre delle scadenze fiscali è una certezza ed è anche benzina sul fuoco per il centrodestra che invoca la disobbedienza fiscale di chi non può pagare. Ma rischia di essere anche un terreno scivoloso per il governo Conte in vista di un autunno caldissimo per la crisi economica e per la liquidità delle imprese, in concomitanza con le elezioni regionali che potrebbero cambiare gli equilibri e far ballare la maggioranza e la poltrona di Palazzo Chigi.
Ieri scadeva il saldo 2019 e il primo acconto del 2020 dopo la miniproroga dal 30 giugno al 20 luglio, per un totale oltre 4,5 milioni di contribuenti chiamati a pagare, e un gettito stimato per l'orario di 8,4 miliardi di euro. Ma da qui a fine mese si sono accumulati 246 adempimenti fiscali per autonomi e aziende.
L'attacco del leader della Lega Matteo Salvini è frontale: «Non è possibile massacrare 5 milioni di lavoratori autonomi chiedendo loro di pagare tasse che non possono pagare. Oggi si può dire a gran voce governo ladro». E il leghista Massimo Bitonci rincara: «Il governo Pd-M5s è come Dracula: succhia il sangue e liquidità alle aziende italiane».
I commercialisti che da giorni lanciano appelli su appelli per rinviare i termini in extremis non escludono lo sciopero: «Proprio nei giorni in cui si appresta a prorogare lo stato di emergenza Covid per un lungo periodo, il Governo non ritiene che la stessa emergenza abbia un impatto concreto sui contribuenti e scrive la parola fine sulla possibilità di una proroga dei versamenti in scadenza oggi, 20 luglio», dice Matteo De Lise, presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti che invoca l'applicazione «della causa di forza maggiore a chi non versa le tasse».
Forza Italia durissima con il portavoce dei parlamentari azzurri Giorgio Mulè: «Il giorno del tradimento per migliaia di italiani è arrivato nel silenzio del governo. Se le tasse sono una cosa certa nella vita, chiederne l'anticipo del pagamento a chi non ha fatturato un euro durante il lockdown è una cosa criminale. Nella seconda metà di luglio arriveranno 246 scadenze fiscali con il 93,5% di versamenti, il governo ha detto no alla proroga e da oggi per partite Iva, liberi professionisti, artigiani e commercianti arriverà una mazzata letale che colpirà duramente i pochi risparmi con cui tanti lavoratori sono arrivati alla fine del mese in quest'ultimo periodo. Se all'incapacità non c'è mai fine, alla malafede non c'è soluzione: Forza Italia invita ancora una volta il governo a un sussulto di decenza rilanciando il grido di tanti commercialisti pronti a scendere in piazza, e noi con loro».
E Antonio Tajani punta il dito sui mancati pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti degli imprenditori: «Lo Stato ha 50 miliardi di debiti con le Pmi che non paga e
pretende che oggi ci siano adempimenti fiscali che creano soltanto difficoltà a imprese che già rischiano di chiudere. Si poteva benissimo rinviare alla fine dell'anno, non avevano voluto farlo nonostante le assicurazioni».
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