Banchi monoposto con rotelle dal costo stellare. Fantomatici cruscotti informativi per calcolare le distanze, peraltro mai attivati. Il conto alla rovescia per il ritorno in classe è iniziato: sono rimaste otto settimane prima dello squillo della campanella il 14 settembre. Ma il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina continua a parlare di misure, di banchi, di tensostrutture e di ipotetici ameni luoghi esterni dove portare gli alunni in transumanza. Ma non ci sono né gli spazi né il personale. La scuola per ripartire in sicurezza in tempi di Covid non ha bisogno dell'interior designer ma di una strategia, di un piano di ampio respiro, di idee, di un salto di qualità. Anche di finanziamenti è ovvio. Ma i soldi non servono a nulla se non si sa come spenderli o peggio ancora se si spendono male. Mentre i dirigenti scolastici si affannano con il metro in mano a misurare le aule nel tentativo di fare entrare tutti gli alunni negli spazi a disposizione. E il primo settembre arriverà con migliaia di cattedre ancora scoperte e partirà la caccia al supplente. Mentre non si ha idea di come risolvere la gestione della mensa a scuola con 316 milioni di pasti da distribuire in un anno scolastico, inevitabilmente e pesantemente condizionato dal possibile arrivo di una seconda ondata dell'epidemia, sembra che nessuno - a cominciare dal governo - si renda conto di quanto il Covid abbia stravolto i principi sui quali si fonda la scuola che nasce ed è soprattutto «comunità». Una comunità educatrice basata sulla condivisione, sul confronto e sullo scambio. Ieri l'unico suggerimento di buon senso è arrivato dal viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. «Vanno bene i tamponi, vanno bene i test, va bene la distanza, io però metterei al primo posto il medico scolastico, che dà sicurezza agli insegnanti e alle famiglie. Poi da lì si lavora. Il medico scolastico è la chiave di volta», ha detto Sileri.
Ecco, sono le persone che possono fare la differenza lavorando insieme ma occorre potenziare gli organici, coinvolgere e ascoltare tutti: presidi, docenti, insegnanti di sostegno, studenti e famiglie. Tutti insieme per ripartire.
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