Resta alta la tensione alla vigilia dello sciopero dei trasporti di domani, per cui il ministro Matteo Salvini ha firmato la precettazione. Continua lo scontro tra sindacati e governo, e anche quello tra le stesse sigle, con la Cisl che non ha aderito attirandosi le critiche del leader della Cgil Maurizio Landini. Il quale ribadisce di voler impugnare il provvedimento del ministro, definito «un atto di messa in discussione del diritto di sciopero». «La mia obiezione è di merito. Questo è il primo sciopero generale dell'anno che facciamo», accusa Landini. A fare i conti ci pensa però Salvini: «In 25 mesi di governo 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Esiste il diritto allo sciopero per i sindacalisti, esiste anche il diritto alla vita e allo spostamento di tutti gli italiani». Insomma, siamo al 25esimo mese consecutivo di mobilitazioni. Ma per il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, «la precettazione di Salvini è un film già visto, lo ha già fatto l'anno scorso».
La mobilitazione generale proclamata dalle due sigle contro la manovra resta dunque di 8 ore per tutti i settori pubblici e privati, mentre nei trasporti, a seguito della precettazione, viene ridotta a 4 ore per quello pubblico locale, aereo e marittimo. Resta escluso dallo sciopero il trasporto ferroviario, che si era già fermato domenica scorsa.
Lo stop per il comparto aereo, compresi i controllori di volo, sarà dalle 10 alle 14. Ita Airways fa sapere di essere «costretta a cancellare 68 voli, di cui 18 internazionali e 50 domestici». Per la società specializzata RimborsoAlVolo, «si rischia un vero e proprio caos negli aeroporti», visto che a incrociare le braccia saranno anche i dipendenti dei servizi di terra negli aeroporti di Linate, Malpensa e Venezia. Per bus, metro e tram i lavoratori si fermano dalle 9 alle 13, nel rispetto della fasce di garanzia. In caso di non rispetto della precettazione, le sanzioni ricadrebbero non solo sui sindacati ma anche sui singoli lavoratori.
C'è il pungente botta e risposta tra il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, che aveva criticato lo sciopero generale, «uno strumento sindacale, finalizzato a portare risultati tangibili per le persone e non a esprimere opposizione a un governo o a un'area politica», e quello della Cgil Landini, che gli aveva risposto infastidito: «A Sbarra risponderanno i lavoratori il 29». E ieri il leader della Cisl ha ribattuto: «Rassicuro Landini che migliaia di lavoratori e pensionati ci stanno rispondendo e chiamando in queste settimane per iscriversi alla Cisl. Segno che le persone chiedono concretezza e non proteste dal sapore politico utili solo a scaricare costi e sacrifici su di loro. Lo sciopero è uno strumento serio, ma va utilizzato per fini sindacali, non per indebolire governi o maggioranze sgradite».
Oggi alla Camera è attesa l'audizione del presidente della Commissione di Garanzia del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, Paola Bellocchi, dopo le polemiche dell'opposizione che contesta al Garante di aver seguito la linea del ministero sulla richiesta di una riduzione oraria - da 8 ore a 4 - della mobilitazione.
«Si deve sempre tenere conto dell'espressione del Garante, però bisogna rinviare alla natura politica di chi è stato nominato all'interno della struttura di garanzia: se un arbitro di Serie C lo mando in Serie A, qualche problema si può avere e rischio di indebolire quella figura», ha detto ieri il dem Andrea Orlando.
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