Cgil, al via la corsa al dopo Camusso. Addio al Pd?

Dentro la Cgil parte la corsa alla successione di Susanna Camusso. Una sfida a tre che potrebbe determinare l’addio al sostegno del Pd

Cgil, al via la corsa al dopo Camusso. Addio al Pd?

Dentro la Cgil parte la corsa alla successione di Susanna Camusso. Una sfida a tre che terminerà con il congresso che si terrà a Bari dal 22 al 25 gennaio 2019 e che potrebbe determinare l’addio al sostegno del Pd.

Sarà della partita Maurizio Landini, 57 anni, ex segretario Fiom che, ad Italia Oggi, dice: “C'è bisogno di dare un governo al Paese. Non tocca a me indicare quale governo ma vi sono problemi che vanno affrontati, a cominciare da una discussione con l' Europa da cambiare”. E aggiunge: “Se hai forze politiche come Cinque Stelle e Lega che prendono più del 50% dei voti è evidente che buona parte della gente che lavora può aver votato per loro. È da un po' di tempo che il sindacato non dà indicazioni di voto. Non è in discussione il sindacato ma le politiche economiche e sociali fatte negli ultimi cinque anni”.

Gli altri due contendenti sono l’emiliano ex Fiom, Vincenzo Colla, 56 anni, esponente dell'area riformista, e la napoletana Serena Sorrentino, 40 anni, segretario della Funzione Pubblica che rappresenta la continuità con la Camusso, la quale tifa per lei. Sorrentino ha appena firmato il contratto collettivo di lavoro della sanità, e dice:“Di cose ne abbiamo ottenute tante, a partire dalla cancellazione della Brunetta sulla valutazione delle performance e sugli atti unilaterali. Tra l'altro si mantengono le tutele dell'articolo 18 e l' orario di lavoro a 36 ore”. Quanto al futuro della Cgil, la Sorrentino è sicura che si risolleverà: “Se fino a qualche anno fa i giovani sentivano il sindacato lontano, ora –dice - grazie all' idea di contrattazione inclusiva che comprende di tutti i lavoratori, riusciamo a tenere assieme anche i meno garantiti che prima potevano sentirsi esclusi”.

Secondo Ivan Pedretti, segretario del potente Spi (Sindacato pensionati con 3 milioni di iscritti su un totale di 5,4 milioni di tesserati Cgil) “sarebbe sbagliato – dice parlando del voto del 4 marzo - sottovalutare quanto è successo. Dobbiamo interpretare e comprendere la forte richiesta di mutamento che è venuta fuori dalle urne”. Secondo Pino Gesmundo, segretario Cgil della Puglia, la Regione governata dal Michele Emiliano: “Al Nord da anni i metalmeccanici della Fiom votano massicciamente Lega, al Sud questa volta il consenso è andato al M5s. I lavoratori bocciano una sinistra che non riesce a interpretare i bisogni delle fasce più deboli ma, d'altra parte, non abbandonano il sindacato”.“I temi che hanno permesso ai due partiti più votati di conquistare grandi consensi, dall' abolizione della legge Fornero al superamento del Jobs Act, sono gli stessi sui cui la Cgil si batte da anni”, ha concluso. La conclusione del congresso avrà senza dubbio ripercussioni pure sul Pd in quanto la Camusso aveva partecipato all' assemblea costitutiva di LeU e il tonfo elettorale di Grasso ha indebolito la candidatura della Sorrentino.

Landini, che aveva provato a creare un suo movimento, Coalizione sociale, non ha alcuna intenzione di interagire col Pd. Colla, invece, intende mantenere le relazioni con gli altri sindacati e con i partiti, a cominciare dal Pd, soprattutto ora che Renzi è in difficoltà.

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