Il "cerchio" delle task force: chi c'è sulle poltrone di Conte

Trovato l’accordo sul Mes, la maggioranza torna a dividersi. La task-force sul Recovery Fund, osteggiata da Matteo Renzi, sarebbe la sedicesima istituita dal governo dall’inizio della pandemia

Il "cerchio" delle task force: chi c'è sulle poltrone di Conte

Trovato l’accordo sul Mes, la maggioranza torna a dividersi. Matteo Renzi si oppone alla creazione della task-force sul Recovery Fund che, se dovesse nascere, sarebbe la sedicesima istituita dal governo dall’inizio della pandemia.

Il Comitato Tecnico Scientifico, nato il 5 febbraio scorso con decreto del capo della Protezione Civile Angelo Borrelli è, indubbiamente, il più noto gruppo di esperti chiamato a fronteggiare l’emergenza coronavirus. A capo del Cts c’è Agostino Miozzo, coordinatore dell’Ufficio Promozione e integrazione del Servizio nazionale del dipartimento della protezione civile. Il team del Comitato che consiglia il governo sulle restrizioni da adottare per contenere la diffusione del contagio è composto da una quindicina di esperti. Silvio Brusaferro, presidente dell'lstituto superiore di sanità e Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della salute, sono le personalità che abbiamo imparato a conoscere già durante le conferenze stampa del primo lockdown. Tra gli altri esperti che spesso appaiono sul piccolo schermo troviamo Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria e Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”. Il 12 maggio scorso, su proposta del premier Conte, il Cts è stato “rafforzato” con la presenza di sei personalità femminili per garantire la parità di genere (vedi qui tutti i membri della task force).

Il Comitato Tecnico Scientifico è composta da dirigenti del settore già inseriti nella pubblica amministrazione e a cui, perciò, non sono dovuti compensi o gettoni di presenza. Tale struttura ha inglobato la task-force del ministero della Salute che, essendo nata nel gennaio scorso, ha avuto una vita molto breve. Al ministero della Salute, invece, sono rimasti Giovanni Rezza, in qualità di direttore generale della Prevenzione, e Walter Ricciardi come consulente per le relazioni dell'Italia con gli organismi sanitari internazionali per l’emergenza Covid19.

Comitato tecnico-scientifico

Se il Cts è sempre attivo e decisivo nel determinare la ripresa o la chiusura delle attività economiche e sociali, la task force per la ripresa, istituita dopo la fine del primo lockdown, si è rivelata un fuoco di paglia. Presieduta da Vittorio Colao, ex manager di Vodafone, era composta da una ventina di esperti che hanno lavorato tutti a titolo gratuito a un documento che è stato presentato nel corso dei famigerati (e inutili) Stati Generali e, poi, riposizionato dentro un cassetto perché considerato da alcuni settori della maggioranza troppo di “destra” e “liberista”. Di questa task-force hanno fatto parte l’economista Enrico Giovannini, già presidente dell’Istat e ministro del Lavoro nel governo Letta, il fisico Roberto Cingolani, primo direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova e Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti. Il premier Conte, sempre il 12 maggio scorso, anche in questo caso ha voluto implementare il team con altre presenze femminili tra cui Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia e storica conduttrice di Raiuno (vedi qui tutti i membri della task force).

La task force per eccellenza, però, è quella creata dal governo lo scorso 17 marzo e guidata dal ‘super-commissario’ Domenico Arcuri. L’Unità Operativa del commissario anti-Covid è composta da 39 membri (vedi qui tutti i membri della task force), provenienti dai gangli dell’apparato statale e, pertanto, prestano il loro servizio a titolo gratuito, compreso Arcuri che percepisce già 300mila euro come presidente di Invitalia. Una cifra che, stando a un’indagine della Corte dei Conti, sembrerebbe che, in passato, sia stata notevolmente più alta. Ora, invece, pare che sia l’unica entrata per l’uomo cui sono stati affidati gli aspetti più delicati e scottati di questa pandemia: dalle mascherine alle siringhe per i vaccini, passando dai banchi a rotelle per le scuole. La gestione fallimentare di tutte queste emergenze è sotto gli occhi di tutti ed è comprovata dai notevoli ritardi con cui il commissario Arcuri ha indetto alcuni importanti bandi. E, come ha scritto di recente anche Il Giornale, l’Italia sarebbe in ritardo proprio sui vaccini.

Task force Domenico Arcuri

Un fallimento già certificato è quello dell’App Immuni, scaricata da meno del 20% degli italiani e per la quale il ministro all’Innovazione, la grillina Paola Pisano, si è avvalsa dell’ausilio di 74 consulenti che sono andati a comporre la task-force Data Drive (vedi qui tutti i membri della task force). In un momento storico così delicato non poteva mancare la task force anti fake-news, creata il 4 aprile scorso dal sottosegretario di Stato con delega all'Informazione e all'Editoria Andrea Martella. Un team di 11 persone (vedi qui tutti i membri della task force), coordinate dal capo dipartimento Ferruccio Sepe e di cui fanno parte alcuni importanti giornalisti. Tra questi troviamo Riccardo Luna, ex direttore dell’agenzia Agi, l’attuale direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini e David Puente che si occupa da svariati anni di smascherare le ‘bufale’ che girano sul web. Ed è stato proprio quest’ultimo ad ammettere che questa task-force “non è andata per niente bene”. “La buona volontà non è mai mancata e dopo numerose video conferenze, chat Whatsapp e telefonate, il gruppo di consulenti esterni di cui facevo parte aveva stilato una serie di proposte raggruppate in tre ambiti di intervento rese pubbliche sul sito del Dipartimento per l’informazione e l’editoria”, scrive Puente in un articolo pubblicato su Open, il giornale online diretto da Enrico Mentana. E poi aggiunge: “Una volta adempito alle nostre funzioni mi sarei aspettato, e non credo di essere l’unico, un riscontro concreto per fornire un adeguato servizio pubblico, ma sebbene l’Unità sia ancora in carica sembra di assistere a un fantasma o a un giocattolo abbandonato dopo averci giocato per un po’ di tempo”.

Il ministro Lucia Azzolina si è spinta ben oltre, creando addirittura ben due task-force, una per la cosiddetta fase 1 e un’altra per il post-lockdown, per un totale di oltre cento consulenti. La prima, come ricorda il sito policymakermag.it, è guidata dal viceministro Anna Ascani e vi fanno parte rappresentanti della Protezione Civile, pediatri, referenti territoriali del dicastero, rappresentanti delle Associazioni dei genitori e degli studenti, realtà pubbliche e private. La seconda, invece, è rimasta in carica fino al 31 luglio ed era composta da 18 esperti tra docenti universitari, dirigenti scolastici, ricercatori, pedagogisti ed esperti del mondo digitale (vedi qui tutti i membri della task force). A guidare questo Comitato, creato per immaginare la scuola in tempo di pandemia, era stato chiamato Patrizio Bianchi, professore ordinario di Economia e Politica industriale presso l’Università di Ferrara di cui è stato anche rettore dal 2004 al 2010.

Anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non è voluto essere da meno e ha istituito anche lui ben due task-force. La prima si occupa dell’emergenza del sovraffollamento delle carceri in periodo di pandemia ed è composta da 40 membri tra direttori degli istituti penitenziari, garanti dei detenuti e rappresentanti delle forze dell’ordine. Per un brevissimo periodo ha fatto parte di questa task-force anche Francesco Basentini, ex capo del Dap che il ministro Bonafede fu costretto a rimuovere da quel ruolo dopo lo scandalo della scarcerazione di alcuni boss mafiosi. I nomi degli altri componenti non sono stati resi pubblici, proprio come sono sconosciuti i 20 membri dell’altra task-force, quella che si occupa dei problemi relativi alla giustizia nel suo complesso e che annovera tra i suoi 40 esperti tra avvocati, magistrati e vari dirigenti del ministero.

La ministra delle Pari Opportunità, la renziana Elena Bonetti ha costituito una task force “Donne per il Nuovo Rinascimento”. A guidarla ha chiamato Fabiola Gianotti, presidente del Cern che, insieme ad altre 12 esperte (vedi qui tutti i membri della task force), ha lavorato a un documento presentato lo scorso giugno. Qui le 13 donne hanno esposto le loro idee per monitorare il livello di “gender equality” e potenziare il lavoro femminile, implementando lo smart-working. La task-force della Bonetti consiglia persino di “sostenere un vero cambiamento di paradigma per sradicare gli stereotipi, con un nuovo tipo di linguaggio verbale e visivo attraverso una campagna pubblicitaria chiamata ‘Pubblicità Futuro’, firmata dal Governo”. Una campagna “che veicoli messaggi positivi e modelli femminili talentuosi e ispirazionali, anche attraverso utilizzo di ledwall presso i più importanti nodi ferroviari del Paese”. Uno studio di openepolis descrive questa task-force come “una scatola vuota senza poteri”.

Sicuramente più utile e famosa è la cabina di regia Governo-enti locali che si riunisce periodicamente e che vede come protagonisti i ministri Speranza e Boccia da una parte e i governatori Stefano Bonaccini, Attilio Fontana e Nello Musumeci, dall’altra. Nel mezzo il sindaco di Roma Virginia Raggi, il presidente dell’Anci Antonio Decaro e il suo vice Roberto Pella. A completare la cabina di regia troviamo Michele De Pascale, presidente dell’Upi e della provincia di Ravenna, Michele Strianese, che guida la provincia di Salerno e Stefano Marcon che è a capo di quella di Treviso. Vi è, poi, una seconda cabina di regia chiamata Governo-enti locali e parti sociali che non è configurabile come una vera e propria task force. Si tratta di un tavolo di lavoro che si riunisce periodicamente e al quale partecipano anche i sindacati e le associazioni del mondo imprenditoriale.

Sul versante finanziario, invece, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, a fine gennaio scorso, ha dato vita al “Gruppo di lavoro sulla finanza sostenibile”, presieduto dal professor Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Tor Vergata di Roma e già consigliere economico del titolare del dicastero di via Cristoforo Colombo. “Lo scopo di questo Gruppo è quello di implementare e dare maggiore efficacia alle norme e agli strumenti che già esistono, con uno spirito di condivisione e innovatività negli approcci”, aveva spiegato il ministro Costa all’apertura dei lavori. La task-force vanta la presenza soltanto di 9 membri che provengono dalle realtà finanziarie più importanti come Banca d’Italia, Banca Nazionale del Lavoro, Intesa San Paolo, Ente Nazionale per il Microcredito, Consob, ICCREA e Cassa depositi e prestiti (vedi qui tutti i membri). Dal Microcredito fanno sapere a ilGiornale.it che “L’Ente non fa parte di nessuna task force bensì partecipa al Forum di finanza sostenibile che è un tavolo tecnico organizzato dal Ministero dell’Ambiente su impulso del ministro Costa” e che “ad oggi, ha prodotto, a titolo gratuito, degli studi e ha partecipato al tavolo di discussione del Forum riunitosi già in alcune occasioni per la discussione sugli indici di sostenibilità attraverso riunioni virtuali e mailing”.

Il ministero dell’Economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, ha invece creato una task-force per la liquidità del Sistema Bancario di cui fanno parte 35 membri provenienti da Banca d'Italia, Associazione Bancaria Italiana (ABI), Mediocredito Centrale (MCC) e Sace (vedi qui tutti i nomi).

“La task force costituisce un punto di condivisione di informazioni e di coordinamento, da cui ciascun partecipante trae indicazioni e spunti per la propria attività; monitora e sostiene l’attuazione di misure quali la moratoria dei mutui, il potenziamento e l’estensione dell’operatività del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese (Pmi), l’ampliamento delle possibilità di accesso al Fondo Gasparrini per la sospensione dei mutui sulla prima casa”, si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito del Mef.

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