C'è un disagio sottopelle nelle periferie delle grandi città. Ne sono un assaggio il corteo organizzato dai minorenni del Corvetto di Milano dopo la morte di Ramy, i petardi contro la polizia, i bus distrutti, i righi, gli striscioni.
Ma chi sono i figli delle banlieue? Chi sono quei ragazzini che si nascondono dentro i cappucci delle felpe nere e dietro i testi della trap più dissacrante? Principalmente sono i figli degli immigrati, sono quelli della seconda generazione, che magari sono arrivati in Italia a 6 anni e si sono subito trovati ai margini. A scuola non ci vanno, o almeno, non ci vanno regolarmente, passano le giornate sui muretti delle piazzette e danno per scontato che per sopravvivere sia normale fare un paio di scippi a settimana e spacciare un po' di roba. E anche i bravi ragazzi ci finiscono in mezzo, tra risse, coltellini che spuntano dalle tasche di chiunque, gang e furti in motorino. Il loro disagio si mescola a quello di altri giovani difficili, stranieri o italiani poco importa.
I minorenni immigrati sono 500mila tra Milano e le altre grandi città, il 17% è migrato in età scolare. Non tutti sono riusciti a integrarsi. Negli Ipm, gli istituti penitenziari minorili, gli under 18 non italiani rappresentano il 46,7% dei 570 detenuti del 2024, quelli finiti dentro per microreati o per vere e proprie aggressioni o violenze.
La soluzione non sta nell'intervento delle forze dell'ordine. Non solo. Ci vuole un piano di prevenzione che passi dalla scuola e prosegua nelle famiglie.
«Bisogna ridurre la marginalità sociale - interviene il ministro all'Istruzione Giuseppe Valditara - È necessario che gli immigrati imparino la nostra lingua, i valori costituzionali del nostro paese e vadano a scuola. Per questo abbiamo stanziato 13 milioni per potenziare l'insegnamento dell'italiano per tutti i neo arrivati e dal prossimo anno ci saranno docenti formati per insegnare la nostra lingua e quindi la nostra cultura a chi non la conosce adeguatamente. Stiamo portando anche la nostra scuola nei paesi a più alto tasso di migrazione per favorire un'immigrazione regolare composta da chi già conosca la nostra lingua, la nostra cultura e abbia una formazione adeguata per essere inserito nel mondo del lavoro: abbiamo stipulato accordi con alcuni paesi extra europei per insegnare l'italiano e avviare là percorsi di istruzione tecnico professionale. Anche così si contrasta l'immigrazione illegale».
Anche questo contribuirà a frenare la microcriminalità dei minorenni che, in base al report 2024 del Dipartimento della Pubblica sicurezza (direzione centrale della polizia criminale) sembra diminuita nel 2023 rispetto al 2022 del 4,15%. Calano le minacce, le risse, i furti. Ma c'è un dato assolutamente inquietante che riguarda la violenza verso le donne.
Le segnalazioni dei minori sono aumentate dell'8,25%: in lieve calo quelle a carico degli italiani, in aumento quelle degli stranieri, (passate dal 54,64% al 56,19%). Numeri che raccontano di mancanza di rispetto, di ragazzini disagiati che non conoscono il limite del possesso e sono irriverenti verso tutti e tutto al di fuori della loro crew.
«Anche la violenza sulle donne è causata dalla marginalità sociale - spiega Valditara - Per questo con i corsi e i progetti anti marginalità vogliamo raggiungere 30mila ragazzi, alcuni dei quali sono immigrati irregolari. Con le nuove linee guida sull'educazione civica tutti i ragazzi, anche gli stranieri, dovranno imparare i nostri principi costituzionali, partendo dal principio di eguaglianza a prescindere dal sesso o dalla religione e da quello del rispetto».
Altro tema su cui il ministero vuole far leva per combattere microcrimine e disagio sociale è lo sport, utile «per il recupero dei nostri giovani, per la lotta alla dispersione scolastica e per la crescita degli studenti. Sono 335 i milioni di euro stanziati, di cui il 72% destinati alle scuole del Mezzogiorno per costruire palestre».
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