La sardina Nibras che ha insultato il leader leghista Matteo Salvini definendolo "stupido e ignorante" e affermando che i leghisti "fanno pena" ha un profilo ben più interessante della semplice "donna, musulmana e figlia di palestinesi". Come già riportato dal Giornale, la ragazza velata è salita sul palco delle "sardine" in Piazza San Giovanni a Roma nella giornata di sabato ed ha accusato Salvini e Giorgia Meloni di "diffondere politiche di odio" e "voler riportare la dittatura nel nostro Paese"", tirando in ballo il rispetto dello stato di diritto, la discriminazione contro i musulmani e ammonendo: "Non vi permetteremo di aprire le pagine nere del passato".
Chissà cosa pensa però Nibras dei post inneggianti a Hamas pubblicati dal marito, Suleiman Hijazi, qualche anno prima: "Il nostro movimento della resistenza che ha combattuto e continua a combattere in Palestina (Hamas) viene considerato in Egitto come un movimento terroristico, così come lo è per Israele, questi atti contro la resistenza continuano a dimostrare che Gaza è l'unica nostra strada per arrivare alla libertà e dimostra che purtroppo abbiamo un nemico che è un mostro e prende ordini da Israele e America, il solito cane che prende gli ordini, al-Sisi".
Post che si "guadagna" il commento di un certo Francesco Giordano, ex terrorista rosso legato all'omicidio Tobagi e da poco tornato libero: "Unità tra i palestinesi e resistenza contro l'occupazione". Un Hijazi che non si fa problema a usare termini come "martiri" e "resistenza", a dichiarare che "gli ebrei hanno vissuto da ospiti in Palestina". E ancora: Purtroppo ci hanno tradito, anzi, ci hanno massacrato al nome di uno stato ebraico fasullo e continuano a farlo. La storia molte volte non insegna, Sionismo=nazismo".
A questo punto bisognerebbe chiedere alla consorte di Hijazi chi è che diffonde odio. Suleiman Hijazi è infatti legato all'Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (ABSPP) Onlus, presieduta dal già noto Mohamed Hannoun, il cui logo è una mappa della Palestina che copre totalmente lo Stato di Israele. ABSPP nell’aprile 2017 ha organizzato il Festival della Solidarietà Palestinese a Milano, Brescia e Verona.
Lo scorso 7 maggio Nibras pubblicava un post polemico in riferimento a un articolo di Repubblica sui missili lanciati da Gaza verso Israele, lamentando che gli israeliani erano stati definiti "uccisi" mentre i palestinesi "morti", come se fossero deceduti da soli.
Le sorprese non finiscono qui, perché Nibras è la figlia di Mahmoud Asfa, anch'egli di origine palestinese e a capo del centro islamico milanese di via Padova 144, meglio noto come Casa della Cultura Islamica. Asfa nel 2009 aveva ricevuto il premio "Ambrogino d'Oro" per "il dialogo costruttivo e costante tra la società milanese e i cittadini di fede musulmana". Lo scorso anno Mahmoud Asfa e Nibras erano stati ricevuti dall'ex presidente della Camera, Laura Boldrini, con tanto di foto pubblicate sul proprio profilo Facebook e con post di auspicio sul coinvolgimento dei giovani della seconda generazione nella vita politica italiana.
A questo punto potrebbe essere utile un chiarimento da parte della "Sardina" sulle proprie posizioni in relazione a Hamas, sull'esistenza dello Stato di Israele, sul concetto di "martirio". Sarebbe anche bene sapere se condivide le posizioni espresse dal marito sui social, visto che tanto ci tiene allo stato di diritto e al contrasto alle politiche di odio.
La replica del marito
Le notizie corrono. E Sulaiman Hijazi replica, sempre attraverso i social netwrk: "È da ieri pomeriggio che io e mia moglie riceviamo provocazioni e insulti di tutti i colori, tante accuse, a cui sono anche abituato, ma questa volta hanno esagerato. Sono stato accusato di appartenere a Hamas e di sostenere il terrorismo islamico".Il marito di Nibras continua: "Io sono di Hebron, una città che ha visto il peggio dell'occupazione israeliana, io non faccio altro che informazione su quello che vive il mio popolo e che viene spesso oscurato dai media, e di questo vado orgoglioso e continuerò a farlo senza timore.
Però ciò non significa che faccio parte di un partito politico né sostenitore di Hamas, perché credo fortemente che chi fa informazione debba essere imparziale e oggettivo". Ma l'accusa non è di far parte di Hamas: è di non distanziarsene.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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