La Cina è intenzionata a proporre il ripristino della «fase 1» dell'accordo commerciale con gli Stati Uniti faticosamente raggiunto nel 2020, nell'ultimo anno della prima amministrazione Trump. È questa la risposta di Pechino ai dazi imposti dal Trump-bis. Lo riporta il «Wall Street Journal», citando fonti vicine al dossier, secondo cui altre parti del piano di Pechino includeranno un impegno a non svalutare lo yuan, un'offerta per fare più investimenti negli Stati Uniti e un impegno a ridurre le esportazioni di precursori del Fentanyl, di cui il Dragone è il principale produttore globale. L'accordo commerciale di «fase 1» che Trump ha firmato con Pechino nel 2020 ha posto fine al feroce scontro tariffario durato quasi due anni: richiedeva alla Cina di aumentare gli acquisti di beni americani per 200 miliardi di dollari in due anni, ma Pechino ha mancato il target ufficialmente a causa dello scoppio della pandemia del Covid-19. A gennaio Trump ha disposto di valutare la risposta della Cina nell'ambito dell'accordo del 2020. Pechino potrebbe anche pianificare di trattare TikTok in gran parte come «questione commerciale», aprendo in questo caso all'ipotesi di accordo tra gli investitori americani interessati e il proprietario cinese della popolare app di video ByteDance. Trump ha di recente affermato di essere in trattative con più soggetti per l'acquisto di TikTok, tra cui Microsoft. Sabato il tycoon ha imposto i dazi del 25 per cento sulle importazioni messicane e sulla maggior parte di quelle canadesi, nonché del 10 per cento aggiuntivo sui beni provenienti dalla Cina motivandoli per il Fentanyl, l'oppioide sintetico che è una piaga sociale negli Usa responsabile di 100mila morti all'anno, e per l'immigrazione illegale. La Cina, di riflesso, ha denunciato la mossa di Trump e ha respinto le accuse sul Fentanyl, derubricato a «problema degli Stati Uniti», ma ha lasciato la porta aperta al dialogo con Washington che potrebbero evitare una dura guerra commerciale. Al contrario, il Canada, alleato di lunga data degli Stati Uniti, ha imposto tariffe di ritorsione del 25 per cento su circa 105 miliardi di dollari di beni statunitensi. Intanto anche il Financial Times condanna «l'assurdità della guerra commerciale di Donald Trump. I dazi su Canada, Messico e Cina danneggeranno l'economia e il potere diplomatico degli Stati Uniti».
È il titolo di un editoriale del board del Financial Times che, come il Wall Street Journal («Cominciano le conseguenze della guerra commerciale più stupida»), critica pesantemente la politica tariffaria del presidente Usa.
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