Tira una brutta aria. Dopo l'estate, gli italiani rischiano di finire in un vortice di tasse. Non c'è solo il premier Matteo Renzi alle prese con una manovra da 25 miliardi, che servirà a rinnovare i contratti pubblici e ad abolire la Tasi sulla prima casa. Anche i sindacati fremono per ritoccare (all'insu) la pressione fiscale. Per una tassa che viene tolta o alleggerita, ce ne sono sempre un paio che spuntano dal cilindro magico. E così a settembre approderà la proposta di legge della leader della Cisl Annamaria Furlan per tassare i grandi patrimoni e le rendite.
"Si deve conciliare la giusta esigenza di esentare solo la prima casa da tutte le imposte, tassando progressivamente i grandi patrimoni immobiliari, in base alla effettiva rendita catastale al di sopra dei 500mila euro ed anche le rendite finanziarie, escludendo naturalmente i titoli di stato". In una lettera alla Stampa, la Furlan illustra l'allarmante proposta di legge di iniziativa popolare che la Cisl presenterà il due settembre alla Camera, "dopo aver raccolto migliaia di firme in tutta Italia". L'obiettivo del sindacato è "estendere il bonus fiscale di mille euro all’anno anche ai pensionati, ai lavoratori autonomi ed ai giovani". Per farlo, però, vuole appunto mettere mano sulla leva delle tasse. "Non basta l’attivismo solitario del nostro premier Renzi a far decollare le leve dell’economia - scrive la Furlan - anche le parti sociali devono dare subito il proprio contributo per la ripresa dell’economia e dell’occupazione".
La Furlan punta a rilanciare il ruolo "negoziale e di sintesi degli interessi nella società italiana, uscendo dal rivendicazionismo sterile o dallo strisciante lobbismo". "Ecco perché - continua - cambiare il sistema contrattuale è oggi una priorità, conservando un ruolo importante di garanzia e di copertura generale al livello nazionale per assicurare le giuste tutele ai lavoratori e la salvaguardia del potere d’acquisto". "Con un’inflazione bassa le retribuzioni possono crescere solo se si rafforza la contrattazione di secondo livello, se gli aumenti di produttività vengono redistribuiti sotto forma di incrementi retributivi.
Questa deve diventare la sfida di tutto il sindacato - evidenzia Furlan nella lettera alla Stampa - tocca al governo detassare il salario aziendale e incentivare fiscalmente l’azionariato collettivo e la partecipazione dei lavoratori, come avviene in Germania, in modo da avere pari responsabilità nelle scelte dell’impresa, anche in vista dei processi di privatizzazione di importanti aziende pubbliche come le Poste".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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