Atene. Prima il messaggio inviato al Major economies forum on energy and climate change, promosso dal presidente americano Joe Biden. E poi l'intervento al vertice Eu Med di Atene. Ora che considera sostanzialmente chiuso il capitolo green pass, Mario Draghi si concentra sulla questione clima. E lancia un allarme che coinvolge sì l'intero pianeta e il suo futuro, ma che ha in verità conseguenze immediate e molto concrete sulle nostre economie. Non è un mistero, infatti, che il caro delle bollette dell'energia (in Italia il 40% in più) sia dovuto anche al cosiddetto Green deal. Con il rischio che la questione climatica finisca per scontrarsi con quella sociale, con conseguenze disastrose soprattutto per i soggetti più deboli.
Anche per questa ragione il tema è al centro dell'agenda internazionale, con il vertice Pre-Cop che si terrà a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre, in vista della Cop26 (la 26ma conferenza sul cambiamento climatico) che si terrà a Glasgow a novembre. Perché, spiega da New York il presidente americano, l'ultimo rapporto dell'Onu sul clima rappresenta un «codice rosso per l'umanità». «Non abbiamo tempo, bisogna agire ora», conclude Biden.
E da Atene presenti, tra gli altri, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier spagnolo Pedro Sanchez anche Draghi si attesta esattamente sulla stessa linea. Parla di «trasformazione gigantesca» e ribadisce che «non c'è tempo» e «non sono possibili dilazioni». Una «transizione così complessa», aggiunge però, «ha anche costi economici e sociali immensi». Per questo bisogna «proteggere i più deboli dall'aumento delle bollette» del gas naturale. Ed è per questo che l'ex banchiere centrale rilancia la «lezione dei vaccini». In quell'occasione l'Europa si è mossa «come un acquirente complessivo», riuscendo ad ottenere un abbattimento dei costi delle dosi. Dovrebbe fare esattamente lo stesso e presentarsi sul mercato del gas naturale come acquirente unico, così da «contrastare l'aumento dei costi» visto che i Paesi del Nord Europa «dipendono meno da certi idrocarburi» rispetto ai Paesi del Mediterraneo. Una linea, quella dell'autonomia energetica, condivisa dagli altri partecipanti al vertice Eu Med (Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro e Malta). Anche secondo Sanchez, infatti, si tratta di un «problema europeo per il quale servono soluzioni europee» e per questa ragione ci vorrebbe un «coordinamento normativo sul piano elettrico» così che l'Ue abbia una sua «autonomia». Una strada, quella della centralizzazione delle fonti energetiche, che se fosse davvero e seriamente intrapresa consentirebbe all'Europa di presentarsi sul mercato dell'energia con una sua forza di interdizione.
Intanto, sul fronte del caro bollette di luce e gas che ha coinvolto buona parte dell'Europa, ma ha colpito più duramente proprio l'Italia la prossima settimana dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri un decreto ad hoc. La cifra che il governo si prepara a stanziare per evitare la stangata che scatterebbe dal primo ottobre dovrebbe aggirarsi intorno ai tre miliardi e mezzo.
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