Clooney difende la moglie e "avvisa" Biden: sostegno in bilico

Amal ha sostenuto le accuse a Netanyahu (e Hamas), il presidente le ha definite oltraggiose. Senza scuse a rischio un appoggio di peso

Clooney difende la moglie e "avvisa" Biden: sostegno in bilico
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George Clooney ha chiamato la Casa Bianca per difendere la moglie in merito all'azione della Corte penale internazionale su Israele. Amal ha svolto un ruolo determinante nel sostenere la causa che ha portato alla richiesta di arresto per il premier Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant. E l'attore, secondo quanto riportato dal Washington Post, ha parlato con Steve Ricchetti, consigliere di Joe Biden, esprimendo le sue preoccupazioni sulle critiche del presidente a tale decisione, e in particolare per il suo uso della parola «oltraggioso». Inoltre, come hanno riferito fonti informate al quotidiano, si è detto irritato per l'apertura dell'amministrazione a imporre sanzioni alla Cpi, perché sua moglie potrebbe essere colpita.

La chiamata di Clooney è arrivata poche settimane prima della sua partecipazione a una raccolta fondi per la campagna di Biden il 15 giugno a Los Angeles, e le sue preoccupazioni sono state recepite dall'orbita del comandante in capo, dove si teme che la star possa sfilarsi dall'evento che lo vede protagonista insieme all'ex presidente Barack Obama, al conduttore televisivo Jimmy Kimmel e all'attrice Julia Roberts. Anche perché Clooney è da tempo un importante sostenitore dei candidati e delle cause democratiche: solo nel 2020 ha donato oltre 500mila dollari alla campagna elettorale di Biden, oltre ad ospitare per lui una raccolta fondi virtuale che ha raccolto ben 7 milioni di dollari. Le complicazioni sono nate dopo l'annuncio del procuratore capo della Cpi Karim Khan di voler accusare Netanyahu, Gallant, il leader di Hamas Yehiya Sinwar e altri due alti dirigenti del gruppo militante di crimini di guerra e contro l'umanità. A cui Amal Clooney, avvocato internazionale per i diritti umani, ha fatto seguito spiegando che l'ufficio di Khan l'aveva arruolata per aiutarlo nelle indagini. Nella dichiarazione, pubblicata dalla Clooney Foundation for Justice, un'organizzazione per i diritti umani che ha fondato insieme al marito, si afferma che le conclusioni legali del team sono «unanimi».

«Non accetto che nessun conflitto sia al di fuori della portata della legge, né che alcun colpevole sia al di sopra della legge - ha sottolineato Amal - Pertanto sostengo il passo storico compiuto dal procuratore per rendere giustizia alle vittime delle atrocità in Israele e Palestina».

Una mossa, quella di Khan, decisamente non apprezzata da Biden, secondo cui non si possono paragonare lo Stato ebraico e Hamas. L'amministrazione Usa inizialmente ha segnalato la volontà di collaborare con il Congresso per punire la Corte, poi la Casa Bianca ha affermato che imporre sanzioni «non era la risposta giusta».

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