"Accogliamo con soddisfazione la conferma arrivata da Draghi sulla creazione del Ministero della Transizione ecologica che metterà al centro i temi ambientali". È arrivato così il segnale tanto auspicato da Beppe Grillo per far digerire agli elettori 5 Stelle la pantomima di questi giorni e per far sbloccare lo stallo del voto su Rousseau. Gli iscritti avranno tempo fino alle ore 18 di oggi per esprimersi in merito alla fiducia o meno al governo guidato da Mario Draghi, che nella giornata di ieri avrebbe annunciato l'istituzione di un Ministero della Transizione ecologica per bocca di Legambiente.
Un Super-Ministero per la transizione ecologica lo hanno Francia, Spagna, Svizzera, Costarica e altri paesi. Presto lo dovranno avere tutti. Non lo dico io. Ce lo gridano la natura, l’economia, la società. https://t.co/TIZBtUdydb
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) February 10, 2021
Evidentemente si trattava di un tassello imprescindibile per i pentastellati, che hanno spinto da una settimana a questa parte per assistere alla nascita di un "dicastero verde" fondendo quelli attuali di Ambiente e Sviluppo economico. "Un Super-Ministero per la Transizione ecologica lo hanno Francia, Spagna, Svizzera, Costarica e altri paesi. Presto lo dovranno avere tutti. Non lo dico io. Ce lo gridano la natura, l’economia, la società", è tornato a scrivere sui social nelle scorse ore il comico genovese. E così i grillini hanno potuto mettere la bandierina e inserire nel quesito di Rousseau il risultato ottenuto al termine delle consultazioni con l'ex numero uno della Banca centrale europea.
I nomi per il Ministero
Il garante del Movimento 5 Stelle ha più volte ribadito la necessità di nominare come ministro "una persona di alto profilo scientifico e di visioni". Ma chi sono i nomi in corsa per questo Ministero? Su tutti - scrive Paolo Bracalini su ilGiornale in edicola oggi - spunta la carta di Stefano Patuanelli, attuale titolare del dicastero dello Sviluppo economico. Ma non è l'unico profilo in quota M5S: c'è chi è pronto a scommettere su Luigi Di Maio (le cui possibilità per una permanenza agli Esteri, tuttavia, si fanno sempre più concrete) e addirittura su Giuseppe Conte. Anche se, va detto, il premier uscente nell'assemblea grillina ha chiarito di non voler entrare nella nuova squadra di governo.
Vi sono inoltre 2 piste esterne che Draghi potrebbe valutare. Il primo riguarda quello di Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali nell'esecutivo Letta. Si tratta di un tecnico molto gradito negli ambienti istituzionali.
Il secondo invece - scrive Marco Antonellis su Tpi - porterebbe al super manager Vittorio Colao, già al capo della task force voluta da Conte in piena emergenza Coronavirus che aveva il compito di elaborare e proporre misure per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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