Parte il pressing 5S su Draghi per la corsa al Ministero ecologico

Si fanno diversi nomi per il "dicastero verde" tanto voluto dai 5 Stelle. Tra le ipotesi spuntano anche l'ex ministro Giovannini e il super manager Colao

Parte il pressing 5S su Draghi per la corsa al Ministero ecologico

"Accogliamo con soddisfazione la conferma arrivata da Draghi sulla creazione del Ministero della Transizione ecologica che metterà al centro i temi ambientali". È arrivato così il segnale tanto auspicato da Beppe Grillo per far digerire agli elettori 5 Stelle la pantomima di questi giorni e per far sbloccare lo stallo del voto su Rousseau. Gli iscritti avranno tempo fino alle ore 18 di oggi per esprimersi in merito alla fiducia o meno al governo guidato da Mario Draghi, che nella giornata di ieri avrebbe annunciato l'istituzione di un Ministero della Transizione ecologica per bocca di Legambiente.

Evidentemente si trattava di un tassello imprescindibile per i pentastellati, che hanno spinto da una settimana a questa parte per assistere alla nascita di un "dicastero verde" fondendo quelli attuali di Ambiente e Sviluppo economico. "Un Super-Ministero per la Transizione ecologica lo hanno Francia, Spagna, Svizzera, Costarica e altri paesi. Presto lo dovranno avere tutti. Non lo dico io. Ce lo gridano la natura, l’economia, la società", è tornato a scrivere sui social nelle scorse ore il comico genovese. E così i grillini hanno potuto mettere la bandierina e inserire nel quesito di Rousseau il risultato ottenuto al termine delle consultazioni con l'ex numero uno della Banca centrale europea.

I nomi per il Ministero

Il garante del Movimento 5 Stelle ha più volte ribadito la necessità di nominare come ministro "una persona di alto profilo scientifico e di visioni". Ma chi sono i nomi in corsa per questo Ministero? Su tutti - scrive Paolo Bracalini su ilGiornale in edicola oggi - spunta la carta di Stefano Patuanelli, attuale titolare del dicastero dello Sviluppo economico. Ma non è l'unico profilo in quota M5S: c'è chi è pronto a scommettere su Luigi Di Maio (le cui possibilità per una permanenza agli Esteri, tuttavia, si fanno sempre più concrete) e addirittura su Giuseppe Conte. Anche se, va detto, il premier uscente nell'assemblea grillina ha chiarito di non voler entrare nella nuova squadra di governo.

Vi sono inoltre 2 piste esterne che Draghi potrebbe valutare. Il primo riguarda quello di Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali nell'esecutivo Letta. Si tratta di un tecnico molto gradito negli ambienti istituzionali.

Il secondo invece - scrive Marco Antonellis su Tpi - porterebbe al super manager Vittorio Colao, già al capo della task force voluta da Conte in piena emergenza Coronavirus che aveva il compito di elaborare e proporre misure per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive.

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