Ha visto cose che un elettore grillino non poteva immaginare «Colf lavorare in nero per i loro deputati; candidati trombati, ma promossi capi di gabinetto; viceministri accompagnati dai cognati; tribù di amici assegnati nei ministeri». E oggi c'è l'alloggio di servizio di Elisabetta Trenta. Prima lo ha richiesto da ministro della Difesa, poi lo ha fatto assegnare al marito (maggiore dell'Esercito) e adesso non ha nessuna intenzione di lasciarlo malgrado non abbia più nessun incarico. «E infatti la sua risposta è peggiore della notizia». Da anni, Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, insegue il tartufo del M5s, il finto onesto che si svela furbo, il moralista che predica valori che regolarmente calpesta.
Da ex ministro M5s, la Trenta dice di avere diritto all'alloggio e che farla traslocare sia per lo Stato più oneroso che lasciarglielo.
«Siamo di fronte a un ex ministro preso per caso. Proprio il Giornale ha rivelato che era stata bocciata come 007. L'hanno piazzata al ministero e mi si permetta il paragone: bocciata da infermiere e promossa a primario. Inadeguata».
E però, pretende l'appartamento di Stato anche se ne possiede un altro che (mannaggia) non è al centro di Roma.
«Non risponde nel merito e non parla del vero problema: quello di opportunità. Quale militare poteva bocciare la sua richiesta da ministro? E però, non c'è solo il caso della Trenta».
Vuole aprire il suo archivio?
«Al ministero dello Sviluppo Economico, grazie a Luigi Di Maio, abbiamo perso un uomo dalla provata competenza per fare posto a Giorgio Sorial. Candidato M5s trombato, disoccupato. Almeno una crisi occupazionale, la sua, è stata risolta. La compagna di Sorial è stata anche candidata governatrice dell'Abruzzo. Ecco, hanno scoperto anche il familismo. E la chiamavano sobrietà».
Altre prove?
«Il viceministro dei Trasporti, Giancarlo Cancelleri, la cui sorella è deputata (e siamo a due), in un incontro ufficiale, si è presentato con il cognato ingegnere (e siamo a tre). Tra l'altro, un consiglio a Cancelleri: i cognati non portano bene».
Dato che parliamo di cognati, ritorniamo alla casa. Sirena irresistibile.
«Soprattutto per il M5s. Ricordate Paola Taverna? La madre stava in un alloggio popolare. Ma era cointestataria di una casa a Olbia. Dovette andarsene perché Virginia Raggi l'ha allontanata. Fanno i moralisti, ma sono zoppi. Posso ancora continuare».
Come fermarla.
«Prendete Roberto Fico di cui si parla poco. La colf era assunta in nero, ma ha dichiarato che era un'amica che lavorava gratis. Straordinaria l'amicizia. Anche io ne cerco una tale. Era in nero, tanto che Le Iene hanno avuto ragione. E ricordate il bus?»
Si riferisce alla sua apparizione da presidente appiedato?
«Proprio quella. L'ha preso una volta e una sola. Per farsi scortare nella sua passeggiata servivano cento uomini delle forze dell'ordine».
Ma proprio non riesce a dialogarci?
«Hanno fustigato tutti salvo poi fare peggio di quelli che fustigavano. Hanno aperto la scatoletta e si sono messi a nuotare nell'olio. La casta sono oggi loro. Ma devo ancora concludere».
Avanti.
«Di Beppe Grillo non si può parlare, ma ha una condanna per omicidio colposo. Del figlio sappiamo che è sotto indagine. L'accusa è odiosa che si può solo sperare non sia vera. Di Casaleggio si conoscono i contributi, pochi, ma ci sono, che ha ricevuto da alcune aziende».
Una «pacchia»?
«Ho deciso. Nella prossima vita faccio il grillino».
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