Colpiti pasta, acqua, liquori. Pronti sette miliardi di aiuti

Task force con la premier e report del governo sull'impatto dei dazi. I settori farmaceutica, agroalimentare e auto oggi a Palazzo Chigi

Colpiti pasta, acqua, liquori. Pronti sette miliardi di aiuti
00:00 00:00

Pasta, salse, acque minerali, liquori e auto: sono i prodotti che rischiano maggiormente l'erosione di quote di mercato negli Stati uniti. È questo il primo dato, che emerge dal report stilato da Palazzo Chigi sull'impatto dei dazi varati dal presidente Donald Trump sulle aziende italiane. La prima risposta dovrebbe essere l'istituzione di un primo fondo di 7 miliardi di euro per varare un piano di aiuto alle imprese. Dalla riunione dei ministri del Commercio dell'Ue trapela invece la decisione di escludere il whiskey americano dalla lista dei contro-dazi.

Il governo sta giocando una doppia partita sul dossier dazi. La prima è politica. E la sta giocando, tra Bruxelles e Washington, esclusivamente il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. C'è una seconda partita, che richiede risposte immediate, tutta interna e riguarda le rassicurazioni che l'esecutivo deve fornire alle aziende che rischiano di essere penalizzate dai dazi imposti da Donald Trump. In questa seconda partita, ieri s'è giocato a Palazzo Chigi un importante round con la task force dei ministri, voluta dalla premier con l'obiettivo di varare un piano per arginare le conseguenze dei dazi. Oggi Meloni incontrerà le imprese del settore farmaceutico, agroalimentare e dell'automotive. Meloni ha chiesto ai suoi ministri report dettagliati sul peso che i dazi avranno nei vari settori. Quello dell'agro-alimentare rischia di subire contraccolpi duri dalla politica trumpiana. Il Giornale è in grado di rivelare i dati del report sul settore dell'agroalimentare finito nelle mani del premier. I prodotti più esposti ai dazi di Trump sono - «pasta, salse, acque minerali, liquori che rischiano una forte erosione di mercato, in quanto più sostituibili e meno protetti da un premium price». Mentre dovrebbero resistere ai dazi americani prodotti come parmigiano, grana, vini premium o prosciutti Dop. Motivo? «Hanno un valore medio unitario molto elevato negli Usa e consumatori meno sensibili al prezzo. Questo li rende meno sostituibili con alternative locali o da altri paesi» si legge nel dossier in mano a Meloni.

Il focus del governo sull'agro-alimentare è spiegato nei numeri. L'agroalimentare italiano ha raggiunto 69 miliardi di export nel 2024, con un surplus commerciale di oltre 1 miliardo di euro. Nel 2024 i 3 principali mercati di destinazione sono stati Germania (10,6 miliardi), Stati Uniti (7,8 miliardi) e Francia (7,5 miliardi). Gli Usa rappresentano il secondo mercato per l'Italia. I prodotti più esposti ai dazi di Trump sono i vini fermi in bottiglia, l'olio extravergine d'oliva, vini spumanti, formaggi stagionati, prosciutti stagionati, pasta di semola. Questi prodotti costituiscono circa il 68% del totale export agroalimentare italiano verso gli Usa. «Il rischio è altissimo per la concentrazione merceologica e l'elevata quota di mercato italiana negli Usa», si legge nel report del governo.

Con i primi dati sui possibili contraccolpi dei dazi americani sul tessuto produttivo, il governo lavora al piano di aiuti alle filiere. La strada di un allentamento dei vincoli del patto di stabilità appare in salita. E nonostante le pressioni di Meloni e del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti da Bruxelles non c'è alcuna apertura. Una delle ipotesi è di reperire i fondi prelevandoli dalle risorse del piano Industria 5.

0 (6,3 miliardi di risorse Pnrr) che devono essere spese entro giugno 2026. Fino a cinque o sei miliardi che l'esecutivo potrebbe «stornare» per venire incontro alle filiere. Il dossier dei dazi, invece, non è destinato a impattare sul nuovo Def.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica