Dopo Parma, Comacchio. Le file dei comuni grillini ribelli all' "imperatore" Grillo si ingrossano grazie alla città del Ferrarese, dove il sindaco pentastellato Marco Fabbri manda un messaggio molto chiaro in direzione Genova: "Per il ballottaggio delle comunali di Comacchio, nel 2012, dissi a Beppe Grillo che non doveva e non avrebbe dovuto mettere il naso nelle questioni locali. Gli spiegai che se lo avesse fatto sarei stato libero di dirgli vaff... Gli sono estremamente riconoscente, ma ci sono cose che vanno cambiate."
A causare lo strappo, spiega il primo cittadino di Comacchio al quotidiano locale La Nuova Ferrara, è stata la decisione, non autorizzata dall'alto e contraria ai princìpi-base del Movimento, di entrare nel listone multipartito e quindi nel governo della Nuova Provincia di Ferrara.
A Ferrara era da tempo pronta una lista multipartitica che spazia da Forza Italia al Pd: il 29 settembre scorso, in seguito alla riforma Delrio, in diverse province e città metropolitane si sono tenute le elezioni provinciali, a cui hanno preso parte solo i sindaci e i consiglieri comunali.
Nonostante la contrarietà dei vertici del Movimento, Fabbri rivendica la propria scelta: "Molti mi dicono che ho fatto bene, se stavo fuori ancora una volta Comacchio non avrebbe potuto dire la sua".
E, non pago, strizza l'occhio anche al sindaco di Parma Federico Pizzarotti: "Federico si è trovato a governare una città con moltissimi problemi ha creduto nel movimento ma reagisce, non se ne sta zitto né supino. La distinzione interna tra buoni e cattivi non è quella adeguata."
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