Aveva acquistato online un ingente quantitativo di droga dello stupro. Ma è stato assolto perché il fatto non sussiste. Le sostanze, secondo i giudici, sarebbero servite infatti ad alleviare i suoi problemi psichici.
Una sentenza destinata a far discutere quella emessa dalla sesta sezione del tribunale di Roma, e con pochissime esitazioni: la camera di consiglio è infatti durata pochissimi minuti. Perché per il giudice monocratico non c'era davvero alcun dubbio. Giuseppe Gnozzi, 31 anni, artista concettuale, il gamma-butirrolattone (Gbl) se lo procurava per i suoi seri problemi mentali, quelli di cui soffre sin da bambino e per quali più volte ha anche provato a essere preso in carico dal sistema sanitario nazionale.
Tutto ha inizio nel 2022, quando a giugno e a luglio la polizia di frontiera dell'aeroporto di Fiumicino intercetta due scatole spedite dall'Olanda e indirizzate a Gnozzi, che le aveva ordinate in rete. I due colli contengono quattro flaconi di un potente narcotico. Un quantitativo davvero ingente, un totale di quasi un litro e mezzo puro al 91 per cento, dal quale gli agenti calcolano si sarebbero potute ricavare fino a 2.622 dosi. Gnozzi viene accusato di detenzione ai fini di spaccio e a fine novembre viene disposto il processo immediato per l'artista, che finisce agli arresti domiciliari. Da cui Gnozzi evade spesso, a volte immortalandosi in selfie che posta sui social. Viene quindi trasferito a Regina Coeli, ma emerge presto che Gnozzi sia del tutto incompatibile con la vita carceraria, le frequenti relazioni mediche suggeriscono un nuovo trasferimento a un Rems, una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, dove però non c'è posto. Nel frattempo nel processo emerge che Gnozzi fa del Gbl un uso «autocurativo», per tenere a bada i suoi demoni e dormire. Secondo la difesa la dimostrazione del fatto che non ci sia l'intento di spacciare o usare contro altri la droga risiede nel fatto che Gnozzi per l'acquisto ha usato la sua carta di credito, senza ricorrere a sotterfugi. Anche le testimonianze degli amici e di un'ex fidanzata disegnano il quadro di un imputato fragile. Il risultato è un'assoluzione totale. Che secondo l'avvocato di Gnozzi, Fausto Maria Amato, evidenzia che la legge sugli stupefacenti sia lacunosa perché sul Gbl fa riferimento alle dosi medie e non alla frequenza di assunzione, dal momento che Gnozzi se ne iniettava una dose ogni ora. Di tutto altro avviso il governo che, per voce del Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del consiglio, parla di «sconcerto» per la sentenza di Roma motivata dal fatto «che l'imputato ne avrebbe fatto uso per affrontare i suoi problemi psichici. Un approccio serio e scientifico suggerisce che i problemi psichici, e non solo quelli, con l'uso di stupefacenti peggiorano, oltre a produrre danni verso altri, incolpevoli. Un approccio serio e scientifico è richiesto a tutti, a cominciare dai giudici».
Gnozzi, che durante il Covid fu multato per avere affisso abusivamente alcune opere
d'arte sul lungotevere come atto di disobbedienza civile, a gennaio dovrà essere giudicato di nuovo per stalking perché era uso disseminare la strada tra la sua casa e quella di un'ex di sassolini. Resta quindi in carcere.
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