New York L'ex agente di polizia Derek Chauvin è stato condannato a 22 anni e sei mesi di carcere per aver ucciso l'afroamericano George Floyd nel maggio del 2020 a Minneapolis. Prima della decisione la corte distrettuale della contea di Hennepin ha negato la richiesta di un nuovo processo avanzata dall'ex poliziotto. Il giudice Peter Cahill ha stabilito come Chauvin «non sia riuscito a dimostrare che il tribunale ha abusato del suo potere discrezionale o ha commesso un errore tale per cui l'imputato è stato privato del suo diritto costituzionale ad un processo equo».
Ad aprile l'uomo è stato dichiarato colpevole per omicidio non intenzionale di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado per il suo ruolo nella morte di Floyd, e i pubblici ministeri hanno chiesto una condanna a 30 anni. Mentre la famiglia dell'afroamericano in aula ha chiesto «la massima pena», ossia 40 anni. L'avvocato difensore di Chauvin, Eric Nelson, ha sostenuto invece che il suo cliente doveva ottenere la libertà vigilata e uno sconto di pena. Ha chiesto alla Corte di «guardare oltre le sue conclusioni, alla mancanza di precedenti penali dell'ex agente, alla sua disponibilità alla libertà vigilata, ai fatti insoliti di questo caso e al suo essere il prodotto di un sistema che non funziona».
Il verdetto di colpevolezza su tutte e tre le accuse contro Chauvin, che in aula ieri ha espresso le «condoglianze» alla famiglia Floyd, era arrivato quasi un anno dopo che il poliziotto si è inginocchiato sul collo di Floyd per 9 minuti e 29 secondi mentre l'uomo era ammanettato e sdraiato per terra.
Ed è rimasto impassibile mentre il 46enne afroamericano lo implorava ripetutamente di alzarsi, dicendo «non riesco a respirare». L'episodio ha scatenato proteste di massa in tutto il mondo, ma anche disordini e violenze negli Stati Uniti.
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