Condannato per pedofilia, ma la Curia lo riabilita

Il prete di Alassio ha scontato7 anni e 6 mesi per abusi. La Chiesa ora lo rimette al suo posto

Condannato per pedofilia, ma la Curia lo riabilita

Per la giustizia ordinaria è colpevole di pedofilia, ma per la Chiesa può tornare a dir messa. Una situazione kafkiana, quella che ruota attorno al nome del sacerdote Luciano Massaferro. Per lo Stato è responsabile del reato di abusi sessuali su minori, come ha stabilito la Cassazione, che lo ha condannato a scontare 7 anni e 6 mesi, ma per la Chiesa è innocente ed estraneo ai fatti. Il Tribunale ecclesiastico di Genova presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco, infatti, qualche giorno fa lo ha riabilitato.

Questo significa che don Luciano, che ha finito da poco di scontare la sua condanna, per lo Stato Italiano non potrà mai ricoprire incarichi pubblici ma contemporaneamente potrà tornare a fare il sacerdote, a sposare, a preparare i ragazzi alla Cresima e alla Comunione.

La storia inizia nel 2009 quando una ragazzina di dodici anni, ricoverata all'ospedale Gaslini di Genova, racconta ai medici di aver subito violenza abusi da parte del prete della sua parrocchia ad Alassio. L'ospedale trasmette gli atti alla Procura, che iscrive il nome di «don Lu» nel registro degli indagati, con sommo stupore dei suoi parrocchiani. Così i giudici dispongono che il sacerdote venga messo prima in carcere poi ai domiciliari. Il tribunale di Savona, la Corte d'Appello di Genova e infine la Cassazione non credono alle decine di testimonianze da parte dei parrocchiani e, convinti che la ragazza non menta, lo condannano a sette anni mezzo per pedofilia.

Contemporaneamente, però, la Curia avvia un procedimento per valutare se il religioso sia davvero colpevole o possa continuare a celebrare la messa e i sacramenti. Il tribunale ecclesiastico di Genova ottiene gli atti del processo ordinario, ascolta nuovi testimoni, esegue una nuova perizia.

Alla fine il giudizio è diametralmente opposto a quello del tribunale ordinario. «Don Massaferro deve essere completamente riabilitato in quanto non consta che abbia commesso delitti a lui ascritti - spiega il dispositivo del tribunale religioso». Per la Curia il racconto della vittima non ha riscontri e presenta punti illogici. Stesse fonti di prova, quindi, valutate in maniera contraria.

E qualche giorno fa il cardinale e arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, ha commentato: «L'augurio è che ripristinata la verità, secondo le procedure previste giuridicamente, lui possa essere sereno in ciò che potrà fare come sacerdote nei limiti delle possibilità previste».

«Mi risulta ha aggiunto Bagnasco che siano state fatte tutte le procedure previste canonicamente e giuridicamente per il reintegro, se si è arrivati a questa

sentenza sicuramente ci sono ampie motivazioni, tornerà operativo secondo le modalità previste. Non ho sentito la famiglia coinvolta e non essendo un mio sacerdote non avuto contatti, spetta alla diocesi di Albenga-Imperia».

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