Il Viminale assicura: nessuna breccia nella sicurezza del G7

Le mail pubblicate dalla Boccia rivelano soltanto un programma di massima

Il Viminale assicura: nessuna breccia nella sicurezza del G7
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Una mano da Piantedosi per smentire l'esistenza di una breccia nella sicurezza del G7. Il Viminale supporta la versione di Sangiuliano, dopo che nel ping-pong di smentite e post sui social tra il ministro della Cultura e Maria Rosaria Boccia una parte importante l'hanno avuta le storie Instagram della donna. Quelle con cui l'organizzatrice di eventi campana ha voluto dimostrare d'aver preso parte a impegni istituzionali del ministro e di aver avuto accesso a documenti riservati, in particolare sull'organizzazione del G7 Cultura, in programma tra Napoli e Pompei dal 19 al 21 settembre. Tra l'altro Boccia ha postato due scatti, pixellati, di un documento sulla riunione dei ministri della cultura, e Dagospia ha poi pubblicato lo screenshot di una email spedita dal direttore degli scavi di Pompei Gabriel Zuchtriegel ai vertici del ministero e per conoscenza a Boccia, nella quale si discutono dettagli organizzativi dell'evento del G7 Cultura in programma a Pompei il 20 settembre, spiegando la nuova sede scelta per il concerto l'anfiteatro e quella per la cena riservata la palestra grande. Una presunta breccia nel dispositivo di sicurezza, una fuga di notizie che starebbe addirittura facendo valutare ai responsabili dell'organizzazione di cancellare la tappa pompeiana.

Eppure il ministro, nel difendersi dalle polemiche sollevate dall'opposizione, ha negato che la donna possa aver avuto accesso a informazioni sensibili di qualsiasi genere. La versione di Sangiuliano, quanto alla presunta «fuga di notizie social», è infatti che quello postato da Boccia non fosse affatto un documento classificato, ma un semplice programma di massima. I cui contenuti, e non pixellati, sarebbero peraltro stati già anticipati dalla stampa. Anche l'email incriminata sembra essere tutt'altro che «riservata e non divulgabile», considerando che il 30 agosto, due giorni prima che Dagospia la pubblicasse, innescando una nuova ondata di polemiche e richieste di chiarimenti e dimissioni, un articolo sull'edizione napoletana di Repubblica dettagliava movimenti e programma della giornata pompeiana: «Il clou sarà agli scavi di Pompei, venerdì 20 settembre. È la location suggestiva scelta per immortalare i ministri della Cultura dei Paesi che fanno parte del G7. Foto di famiglia al tramonto in via dell'Abbondanza dopo la visita al parco archeologico. E poi concerto nell'Anfiteatro diretto da Beatrice Venezi, consigliera per la musica del ministro Gennaro Sangiuliano, e cena nella Palestra Grande».

Niente di riservato, anzi, niente di inedito, a quanto pare. E Sangiuliano, peraltro, ricorda come della sicurezza dell'evento non si occupi certo il ministero della Cultura, ma semmai quello dell'Interno guidato da Matteo Piantedosi. Dal Viminale, come detto, confermano la versione del ministro: sia a livello centrale che a livello delle articolazioni territoriali questura e prefettura - non risulta che sia emerso finora alcun rischio particolare, né tanto meno che siano stati diffusi materiali sensibili o capaci di arrecare un vulnus ai dispositivi di sicurezza. Questi ultimi, spiegano ancora le stesse fonti, vengono elaborati, gestiti e custoditi direttamente da questura e prefettura.

Quanto alla paventata cancellazione dell'evento, insistono dal Viminale, «se anche dovesse saltare, il ministero dell'Interno non c'entrerebbe: sarebbe per una valutazione del ministero della Cultura, e non certo per una inesistente questione attinente al tema della sicurezza».

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