Conflitto di interessi, via il presidente della Bbc: ha facilitato un prestito all'ex premier Johnson

Sharp si è dimesso: prima di essere nominato non parlò della sua mediazione

Conflitto di interessi, via il presidente della Bbc: ha facilitato un prestito all'ex premier Johnson

Londra. E questa volta, sotto i riflettori, finisce la Bbc. Il suo presidente, Richard Sharp, si è dimesso ieri per aver violato il regolamento previsto per le nomine di funzionari pubblici. A stabilirlo è stata un'indagine della commissione preposta dopo che nei primi mesi di quest'anno il Sunday Times aveva rivelato che Sharp aveva segretamente favorito un contatto con l'uomo d'affari canadese Sam Blith, che avrebbe dovuto essere un garante per un prestito personale a Boris Johnson, allora primo ministro, di 800mila sterline.

La situazione finanziaria di BoJo era precaria visto che stava affrontando un costoso divorzio e Sharp aveva deciso di presentare Blyth a Simon Case, il capo del personale, cosicché potessero discutere di un ipotetico prestito. In quello stesso periodo Sharp lavorava a Downing Street su progetti relativi al Covid, ma disse a Johnson e Sunak di aspirare alla presidenza della Bbc, posto che ottenne poco dopo. Durante i colloqui per avere l'incarico, si guardò bene però, dall'informare chicchessia del suo intervento di mediazione nei confronti dell'ex primo ministro, che avrebbe potuto configurarsi come un possibile conflitto d'interessi. «Non mi sono reso conto di doverlo fare - ha detto - anche perché ho avuto un ruolo limitato nella questione». Ancora non si sa, peraltro, chi abbia fatto il prestito a Johnson. L'indagine ha fatto emergere il modo piuttosto scorretto con cui è stato gestito il processo di nomina del presidente dell'emittente pubblica, che viene sempre scelto dal governo. Si erano fatti avanti altri candidati, ma la percezione era che quel posto fosse destinato a Sharp fin dall'inizio. I media pro-governativi allora furono avvertiti in anticipo che lui era il prescelto prima ancora della scadenza per la presentazione delle candidature. «Fughe di notizie e incontri con la stampa dei candidati preferiti per le nomine dovrebbero essere vietati - sottolinea il rapporto nelle sue conclusioni - e in questo caso gli incontri preliminari con i giornalisti possono aver scoraggiato alcune persone dal fare domanda e compromesso gli sforzi fatti per favorire la diversità». Sharp ha sempre difeso la sua condotta, ma ieri ha dichiarato di voler lasciare «perché gli interessi della Bbc sono la priorità e non voglio rappresentare una distrazione». Le sue dimissioni arrivano in momento già critico per l'emittente pubblica, spesso accusata di essere troppo vicina al governo conservatore e soggetta alle influenze ministeriali. La recente disputa con il presentatore sportivo Gary Lineker - colpevole di aver criticato le politiche migratorie del governo - aveva sollevato un mare di polemiche.

E proprio Lineker ieri si è rifatto sentire con un tweet in cui sostiene che «il presidente della Bbc non dovrebbe mai venir nominato dal governo». Sono in molti a chiedere ora che si faccia chiarezza anche sul ruolo che ha avuto Johnson nella nomina di Sharp.

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