Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso del Sindaco di Bari Antonio Decaro contro la realizzazione del termovalorizzatore Newo il cui iter autorizzativo era stato presentato nel 2016. Eppure proprio Decaro due giorni fa sul palco della kermesse organizzata da Nicola Porro lamentava l'accoglimento del Tar dei ricorsi dei comitati contro i progetti del Pnrr, poi velocizzati con un decreto del governo Draghi. Contrario anche il governatore Emiliano, che in un tweet scriveva: «Sono contrario all'impianto Ossicombustione di Modugno e alla sua realizzazione che stiamo cercando di scoraggiare in ogni modo». Eppure la Puglia ne ha estremo bisogno: da settimane gli impianti sono saturi e costretti a rallentare il conferimento dei rifiuti per il sottodimensionamento dei termovalorizzatori pugliesi, e a ogni emergenza Michele Emiliano emana un'ordinanza contigibile e urgente per mandare il css in discarica invece di recuperarlo a energia.
Gli unici due termovalorizzatori furono realizzati dalla giunta Fitto. Mentre continuano a farla da padrone le discariche, che accolgono persino i rifiuti di Roma. Per questo sarebbe utilissimo il termovalorizzatore di Bari, osteggiato da tutti i sindaci della zona, compreso il draghiano Decaro, uno dei primi ad aver firmato l'appello per spingere il premier a restare al governo. Che si è dimesso proprio per le proteste di Conte contro il termovalorizzatore di Roma.
Tra l'altro quello di Bari è un progetto a ossicombustione, ovvero senza fiamma, che consente la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica con meno emissioni: è il modello preso a riferimento da Beppe Grillo e Virginia Raggi per Roma.
E invece cosi ha commentato ieri Decaro la sentenza del Consiglio di Stato: «Ho chiesto ai legali di convocare una riunione con tutte le parti che come noi si sono opposte al provvedimento. Insieme valuteremo compiutamente gli effetti della sentenza e le azioni da intraprendere». Farà dimettere il prossimo governo
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