Il fine settimana annacqua i numeri del Covid-19. Ieri meno casi e meno tamponi, e tutto resta in linea con quello che è accaduto nelle ultime settimane.
I nuovi contagi contabilizzati ieri (e relativi a sabato) sono stati 1.297, quasi quattrocento in meno rispetto al giorno precedente, quando erano stati 1.695. Scendono però sensibilmente anche i tamponi messi a referto, che passano da 107.658 a 76.856 e portano il totale a 9.142.401 su un totale di 5.538.028 soggetti. E questo produce un indice di positività praticamente stabile: si passa dall'1,57 per cento di sabato all'1,69. Un aumento che non preoccupa più di tanto.
Vediamo come è andata nelle varie regioni. Il numero maggiore di nuovi contagi si è verificato in Lombardia con 198 a fronte di 12.117 tamponi, con un indice dell'1,63 per cento, appena sotto la media nazionale. Al secondo posto c'è il Veneto con 179 casi e 9.465 test effettuati, ciò che produce in indice di positività dell'1,89 per cento, un po' sopra la media nazionale. Terzo per numero di contagi l'Emilia-Romagna con 124 casi e 10.232 tamponi, che produce un indice di positività decisamente basso, l'1,21 per cento. Quarte a pari merito Toscana e Lazio con 122 casi ciascuna. Ma mentre la prima ha fatto solo 7.803 tamponi (indice di contagio dell'1,56 per cento), il Lazio ne ha contabilizzati 10.786 con un indice di contagio estremamente basso dell'1,13 per cento. Come si vede le prime cinque regioni italiane per contagi hanno tutte un indice tra l'1 e il 2 per cento, ciò che dimostra una volta ancora come il contagio ormai proceda in modo piuttosto uniforme nel Paese. Altre due regioni hanno registrato contagi a tre cifre (la Liguria con 111 e la Campania con 100), altre dieci a due cifre e tre a una cifra soltanto. Solo la Valle d'Aosta ieri ha avuto zero contagi. L'indice di positività più alto si è verificato ieri in Liguria con il 7,00 per cento, a causa del focolaio della Spezia.
I casi totali sono saliti ieri a 277.634 con la Lombardia in testa a 101.705. I positivi attuali sono 32.078 (+884), dei quali 30.262 sono in isolamento domiciliare fiduciario (+809), 1.683 ricoverati in reparti ordinari (+63) e 133 in terapia intensiva, con un aumento di 12 unità rispetto a sabato. I decessi sono stati sette: tre in Lombardia, due in Liguria, uno nel Lazio e in Puglia. Il totale dei decessi dall'inizio dell'emergenza è di 35.534, 16.877 solo in Lombardia.
Un'analisi non del tutto tranquillizzante dei numeri degli ultimi giorni arriva da Alessandro Vergallo, presidente nazionale di Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani ): «La curva epidemica - fa notare Vergallo - si sta alzando, e così anche il numero di persone ricoverate in terapia intensiva. E i malati di Covid-19 che vengono ricoverati in questi reparti non sono meno gravi di quelli arrivati a marzo o aprile». Insomma, non convince gli anestesisti «quanto detto da alcuni in questi mesi che il virus sia diventato meno aggressivo.
La curva epidemica sta risalendo, così come i casi in terapia intensiva, che hanno un'età media più bassa. Per fortuna siamo lontani dal livello di allarme rosso dei mesi di marzo e aprile, grazie al contenimento sociale».
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