Conte-5 Stelle: la storia di un fallimento annunciato

Il matrimonio tra l'ex presidente del Consiglio e i grillini non è stato mai una festa. E nelle ultime settimane c'erano tanti malumori tra i gruppi parlamentari

Conte-5 Stelle: la storia di un fallimento annunciato

È parso un fulmine a ciel sereno, eppure il matrimonio tra Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle non è stato mai una festa. Ha avuto sempre l’aria di un divorzio annunciato. Dopo le ultime settimane di tensioni sottotraccia, lo strappo - salvo passi indietro - era lo sbocco più naturale. Bastava misurare gli umori per capirlo. Già la gestione del dossier-Rousseau è andata avanti troppo a rilento. Nonostante la rottura con Davide Casaleggio fosse ormai scontata, è stata assunta ignorando le possibili conseguenze politiche e umane, come testimonia il caso di Pietro Dettori. Casaleggio junior, per quanto non amato nel Movimento come il padre, è pur sempre il figlio del grande guru, Gianroberto. Una figura che per tutti in quell’area politica resta un monumento.

Zero dialogo tra Conte e il Movimento

E mentre veniva affrontata la questione dell’elenco degli iscritti, non è stata coltivata l’intesa con il M5S. Né con la base, sempre più disorientata, né con gli eletti in Parlamento, spauriti e irritati. Un assist al ragionamento fatto ieri da Beppe Grillo: “Conte non conosce il Movimento”. Infatti, non si è mai sforzato di farlo, quasi un riflesso inconscio della volontà di realizzare un progetto tutto suo, il famigerato “partito di Conte”. Si è assistito a qualcosa di surreale: per giorni c’è stata la sensazione, nei corridoi, che nemmeno lui credesse molto all’idea di prendere per mano il Movimento 5 Stelle e portarlo fuori dalle secche. Perché, nei fatti, la bozza dello statuto è un progetto nuovo di zecca, con il bollino di Conte e giusto il marchio pentastellato. In questo Casaleggio ha gioco facile: "Sono due visioni diverse".

Anche i big, da Luigi Di Maio a Roberto Fico, sono stati spettatori interessati e ignorati. Secondo i rumors dell’ultima ora il ministro degli Esteri avrebbe addirittura armato la mano di Grillo per eliminare Conte con il discorso fatto ai deputati. Una tesi che, replicano gli uomini più vicini a Di Maio, è solo uno spin al veleno fatto circolare dai contiani. E a loro volta i “dimaiani” recitano la parte dei pontieri. “La verità è che Beppe ha agito da solo. Di Maio, da mesi, pensa a fare solo il ministro degli Esteri. Non risulta un grande attivismo, sia da una parte che dall’altra”, sintetizza un’autorevole fonte parlamentare.

Già questo rende l’idea di quale sia il punto di partenza del progetto “neo-Movimento”, vagheggiato da Conte nelle settimane scorse: veleni e sospetti ben prima di imbarcarsi in un viaggio, complesso per vari motivi. I 5 Stelle sono una macchina difficile da guidare, ancora di più dopo che il motore si è ingolfato negli anni al potere.

I silenzi di Conte

In questo quadro, il termometro dei rapporti interni è fondamentale. La febbre è salita giorno dopo giorno. L’esplosione di affetto nei confronti dell’ex presidente del Consiglio, da parte di deputati e senatori grillini, è deflagrata solo quando è uscito da Palazzo Chigi. Una reazione emotiva innescata dalla caduta del governo per mano di Matteo Renzi. Tanti post strappalacrime, promesse di amore eterno. E poi? Di fatto da allora è iniziato uno stillicidio quotidiano, fatto di silenzi, di lavoro in solitaria di Conte circondato giusto dai suoi fedelissimi. Mentre tra deputati e senatori covava il malcontento. Gli elogi sperticati sono diventati un ricordo.

Il capitale di fiducia, insomma, è andato via via scemando. Gli umori tra i gruppi parlamentari sono diventati sempre più cupi, pessimisti, addirittura rassegnati. Conte è stato “leader in pectore” per mesi, senza che provasse a stabilire un contatto con chi in Parlamento rappresenta i pentastellati. E tra loro, piaccia o meno, ci sono figure che hanno portato quel Movimento al 32%.

“Il gruppo più numeroso”, ama ripetere proprio l’avvocato di Volturata Appula, proprio quegli organismi che non ha mai effettivamente ascoltato. Così si è arrivati a un passo dal burrone, in una storia di un amore mai nato. Per non dire un fallimento annunciato, salvo ravvedimenti operosi. E poco credibili.

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