Crisi, Conte si è dimesso Gli scenari: cosa succede ora

Il premier in Cdm comunica il passo indietro: "Ringrazio tutti i ministri". M5S, Pd e Leu compatti: "Avanti con te". Da domani al via le consultazioni

Crisi, Conte si è dimesso Gli scenari: cosa succede ora

È arrivato il giorno in cui la crisi di governo si è aperta ufficialmente e ora la palla è passata nella mani del capo dello Stato Sergio Mattarella. Verso le ore 9 di questa mattina è iniziato il Consiglio dei ministri in cui Giuseppe Conte ha annunciato la volontà di dimettersi per uscire dallo stallo politico che si è venuto a creare dopo lo strappo di Italia Viva. "Ringrazio l'intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme", ha dichiarato rivolgendosi ai ministri giallorossi. Dalle forze di maggioranza è stata confermata una linea di "sostegno e compattezza" attorno all'avvocato: lo hanno ribadito a gran voce i capidelegazione Alfonso Bonafede (Movimento 5 Stelle), Dario Franceschini (Partito democratico) e Roberto Speranza (Liberi e uguali). Il Cdm, durato 40 minuti, si è chiuso con gli applausi dei presenti. Il premier è salito dimissionario alle 12 al Quirinale, dove ha conferito con il presidente della Repubblica per circa una mezz'oretta. Successivamente si è recato a Palazzo Giustiniani per incontrare il presidente del Senato Elisabetta Casellati e a Montecitorio dove ha interloquito con il presidente della Camera Roberto Fico.

"Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del governo da lui presieduto. Il presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti", si legge nella nota diramata dal Quirinale. Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio; il relativo calendario sarà reso noto attraverso l'Ufficio stampa.

Il presidente del Consiglio non terrà una conferenza stampa. "Non era in programma, non verrà convocata", confermano dal suo staff in seguito alle voci di una possibile conferenza. Tuttavia non è da escludere che Conte motivi la sua decisione in un video o mediante una dichiarazione che potrebbe essere diffusa via social nelle prossime ore. Pare infatti che abbia tardato la salita al Colle proprio per registrare un filmato da divulgare successivamente. Il fatto ha provocato le reazioni del mondo della politica, con Maurizio Gasparri di Forza Italia che è andato su tutte le furie: "Ora siamo al cinegiornale di Casalino che sta preparando il video di commiato del premier visto che non c'è più l'Istituto Luce". A questo si aggiunge la rivelazione del quirinalista Marzio Breda: "Non è affatto normale questo giochetto mediatico che ha sempre circondato Conte. Vi ricordate gli annunci dei Dpcm sempre posticipati in favore di telegiornali? Mattarella è uno che ci tiene alle procedure. La manfrina cominciata ieri indispone un presidente come Mattarella. Le dimissioni si annunciano al Quirinale. Tutto questo è irritante per il Capo dello Stato". Ma dagli ambienti del Colle è arrivata la smentita: "Sono totalmente infondate le ricostruzioni giornalistiche che parlano di irritazione del presidente Mattarella riguardo a un presunto ritardo del presidente Conte nel salire al Quirinale per le dimissioni. L'appuntamento alle 12 era infatti stato già concordato a inizio mattinata di oggi dai due presidenti".

Nel corso del Consiglio dei ministri è stato inoltre approvato il cosiddetto "decreto Cio" sull'autonomia del Coni. Si è trattato di un passaggio assolutamente necessario e non rinviabile - ma che comunque fino all'ultimo non era affatto scontato - per evitare che l'Italia si presenti alle prossime Olimpiadi di Tokyo senza la bandiera tricolore e l'inno di Mameli: per colpa di un pasticcio dell'esecutivo, gli azzurri avrebbero rischiato di partecipare ai Giochi da "atleti indipendenti" e in caso di vittoria non avrebbe risuonato il nostro inno. Senza questo provvedimento ci sarebbe stata pure l'ombra di una revoca delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Il decreto si è reso fondamentale dopo la riforma dello Sport del primo governo Conte, che aveva imposto il riordino del Coni tramite una divisione tra il Comitato Olimpico e l'ex Coni servizi Spa. Quello precedente, infatti, non rispettava la Carta Olimpica.

Cosa può succedere

In molti si stanno chiedendo cosa accadrà dopo le dimissioni del premier. Le possibilità sono tante ed è praticamente impossibile prevedere con certezza cosa deciderà il presidente Mattarella. L'opzione più probabile è che Conte ottenga il reincarico per formare una nuova maggioranza, più stabile e coesa rispetto ai numeri risicati ottenuti al Senato la scorsa settimana. C'è poi l'ipotesi di sostituire Conte: a Palazzo Chigi potrebbe finire una figura terza (Marta Cartabia, Carlo Cottarelli, Ignazio Visco) oppure un riferimento politico (Stefano Patuanelli, Luigi Di Maio). L'extrema ratio è considerato lo scioglimento delle Camere per andare a elezioni anticipate, con una data precisa che è stata già segnata in rosso.

Lo scenario del Conte-ter resta il più concreto. Secondo Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ci sono le condizioni per allargare la maggioranza e dare risposte ai problemi del Paese a delle condizioni chiare: "Non c'è un'alternativa vera al Conte-ter. Conte è il punto di equilibrio di questa maggioranza". A benedire il premier è stato anche Dario Franceschini, che ha promosso l'operato dell'esecutivo auspicando in un reincarico: "Abbiamo affrontato la pandemia al meglio delle nostre capacità e crediamo con molti risultati positivi, grazie alla guida del presidente Conte e al sostegno delle nostre forze politiche. Per questo è fondamentale salvare questa prospettiva anche nel percorso della crisi che abbiamo davanti".

Nel frattempo a Palazzo Madama si segnalano movimenti frenetici. Si sta per costituire un nuovo gruppo parlamentare che sarà composto da 10 senatori utilizzando il simbolo del Maie, Movimento associativo italiani all'estero, e che quindi potrebbe partecipare domani alle consultazioni. Al momento tra gli aderenti vi sarebbero gli ex grillini Maurizio Buccarella e Luigi Di Marzio, gli ex forzisti Sandra Lonardo, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, Adriano Cario (Maie), Saverio De Bonis (Maie) e Ricardo Merlo (Maie). In trattativa Alfonso Ciampolillo.

Il capogruppo dovrebbe essere Causin. Va sottolineato che per il momento si tratta degli stessi senatori che la scorsa settimana hanno votato la fiducia a Conte: dunque allo stato attuale non sono stati aggiunti numeri alla maggioranza.

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