Flop dell'ex premier Giuseppe Conte a Piazza Pulita, che nella puntata dello scorso giovedì 16 settembre ha fatto registrare solo il 4.3% di share.
Se l'obiettivo di Rocco Casalino è la creazione di un personaggio popolare, insomma, l'operazione non procede come previsto. Giusto per usare un eufemismo. I dati auditel, se confrontati con la partecipazione alla trasmissione di altri leader di caratura nazionale, non vanno nemmeno spiegati: si va dal record stagionale ottenuto "grazie" a Matteo Renzi, così come riportato da Il Riformista (era l'aprile del 2020), ai numeri della primavera del 2021, con Luca Zaia, con cui si è arrivati quasi al 6%, come registrato da Imtv.it. Sono meri esempi e ce ne sarebbero altri.
Se qualcuno, poi, volesse confrontare le statistiche, verrebbe facile sottolineare come la media di Piazza Pulita, almeno negli ultimi tre anni, sia stata ben più alta, con il 5.50% (2018), il 5.71% (2019) e con il 5.39% (2020). Il tutto, da un punto di vista politico, può essere incrociato con le rilevazioni che riguardano Giuseppe Conte e con lo stato di salute del MoVimento 5 Stelle. L'esordio con Conte schierato da "punta", in estrema sintesi, sarebbe potuto andare meglio.
Il fatto che un "effetto Conte" non sussista, ormai, è conclamato. La leadership dell'avvocato originario di Volturara Appula avrebbe dovuto comportare una sorta di rinascita per i grillini. Ma i sondaggi per ora raccontano una storia davvero diversa. I pentastellati stanno per affrontare l'esito di una campagna elettorale che dovrebbe comportare un ulteriore ridimensionato, con la sconfitta a Roma tanto telefonata da data per ovvia. Virginia Raggi da simbolo a fallimento, insomma. In più, c'è la mancata candidatura nel collegio di Primavalle. Quello che Conte avrebbe dovuto (e secondo più di qualcuno voluto) sfruttare per divenire sì un capo di partito, ma anche un parlamentare. Niente fa fare: se Enrico Letta dovesse essere eletto alle suppletive senesi, Conte resterebbe l'unico leader fuori dal Parlamento.
Poi c'è il caso degli iscritti che hanno presentato ricorso. L'ex presidente del Consiglio, peraltro, non sarebbe iscritto al MoVimento 5 Stelle. L'avvocato Lorenzo Borrè, come dichiarato a IlGiornale.it, sembra essere convinto che esistano "presupposti di diritto" per "sindacare" rispetto alla elezione dell'ex gialloverde e giallorosso come vertice della creatura politica di Beppe Grillo. Staremo a vedere il seguito di questa vicenda. Ma insomma la situazione contiana, nel complesso, sembra lungi dall'essere ottimale.
L'affezione degli italiani, come corroborato dallo share del 16 settembre (dati pubblicati pure su Leggo), sembra in netto calo.
Dopo la polarizzazione favorita dall'esposizione mediatica di chi ha comunque governato il Paese durante la prima fase della pandemia, adesso la parabola di Giuseppe Conte conosce una nuova fase condita da numeri al ribasso e caos partitico generalizzato.
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