Il "patto della spigola" non basta: per i 5S sondaggi impietosi

Forse non basterà la foto di Conte e Grillo attovagliati che siglano la pace: i sondaggi per il M5s sono impietosi. Si consolida la posizione del centrodestra

Il "patto della spigola" non basta: per i 5S sondaggi impietosi

Il "patto della spigola" tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo ha il sapore di una farsa, di un estremo tentativo per il Movimento 5 stelle di risalire la china ed evitare il disastro politico. I sondaggi, d'altronde, sono impietosi con il M5s e nel caso di una scissione sarebbe stata la fine. Come rilevato di recente da un sondaggio, con quello scenario il MoVimento sarebbe precipitato sotto il 7% e il partito di Giuseppe Conte sarebbe partito dal 9,8%.

Il sondaggio Demos per l'Atlante Politico pubblicato oggi su Repubblica conferma le difficoltà del M5s, ma anche un calo di fiducia degli italiani nei confronti di Giuseppe Conte, e certifica la forza della coalizione di centrodestra, che stando alle ultime rilevazioni si è assestato al 49%.

In questa rilevazione la Lega è il primo partito con mezzo punto di vantaggio su Fratelli d'Italia. Il partito guidato da Giorgia Meloni ha guadagnato ben 6 punti percentuali nell'ultimo anno ma ben 16 rispetto alle elezioni politiche del 2018. Un risultato straordinario che evidenzia più di ogni altro dato il cambiamento di "era politica" nel nostro Paese. Lega e Fratelli d'Italia sono quasi appaiati in testa alle preferenze degli italiani e superano ciascuna la soglia psicologica del 20%, sotto la quale, invece, è sceso il Partito democratico, che guidato da Enrico Letta non è riuscito a risalire la china ma, anzi, perde consensi in modo costante. Il terzetto di testa è racchiuso in pochi punti percentuali mentre per trovare il quarto partito è necessario andare fin sotto il 15%, dove si posiziona il sopravvivente Movimento 5 Stelle, che ha perso due punti percentuali in gradimento popolare negli ultimi mesi ma che appare dimezzato rispetto al 2018.

Non va meglio a Giuseppe Conte, che dovrebbe assumere la carica di presidente e leader politico del M5s dopo l'accordo trovato con Beppe Grillo. Il consenso per l'ex premier è al 59%, decisamente in calo se paragonato a quello di pochi mesi fa. Mantiene un buon riscontro tra i grillini, tra i quali ha il 91% delle preferenze. Tuttavia è stato "raggiunto" dal governatore del Veneto Luca Zaia, in forza Lega. Poco sotto, attorno al 50%, si trovano il ministro della salute Roberto Speranza, la leader di FdI Giorgia Meloni e il Commissario Europeo Paolo Gentiloni. Poco sotto si posizionano Matteo Salvini, il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il ministro Dario Franceschini. Distaccato Enrico Letta, con il 40% del gradimento popolare, al ribasso rispetto ai mesi precedenti. È il segno evidente che la politica dell'ideologia è fuori tempo in un Paese che cerca la concretezza per risalire la china. E che, pare, voglia affidarsi a Mario Draghi, uomo senza partito, che gode della fiducia di 2 italiani su 3.

Il baricentro politico del Paese è inesistente e il parlamento, nella sua attuale configurazione, non rispecchia più il popolo. Allo stato attuale il Paese è governabile con una maggioranza di centrodestra, che ha nella Lega il partito con maggiori consensi. Sebbene siano passati solo 3 anni dalla sua elezione, è evidente che ci sia stato il cambiamento di ere politiche, con ampio spostamento di consensi. Fratelli d'Italia è l'unico partito in significativa crescita da oltre un anno ed è l'unico che si trova all'opposizione. Il partito che nel 2018 ha ottenuto la maggioranza ora galeggia al 15% dei consensi.

Ed è solo per la presenza di Mario Draghi che, stando al sondaggio Demos per l'Atlante Politico pubblicato oggi su Repubblica, gli italiani auspicano che questo governo e parlamento arrivino a scadenza di mandato nel 2023.

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