Conte e Di Maio vanno alla resa dei conti. Sfida diretta nel collegio di Pomigliano d'Arco

Blitz del leader nella formazione delle liste, potrà "blindare" 18 fedelissimi

Conte e Di Maio vanno alla resa dei conti. Sfida diretta nel collegio di Pomigliano d'Arco

A due giorni dal voto online per le parlamentarie, Giuseppe Conte si prepara a occupare manu militari ciò che resta del M5s. «Vi faremo sapere a breve», dice Conte affiggendo il simbolo dei grillini - senza il suo nome - nella bacheca del Viminale, quando i cronisti gli chiedono se correrà alla Camera o al Senato e in quante circoscrizioni è pronto a correre. L'ipotesi del paracadute in più collegi è confermata indirettamente da un'indiscrezione che è cominciata a circolare negli ultimi giorni, e in serata è messa nero su bianco nei criteri per la formazione delle liste, che consentono le pluricandidature e concedono al leader ampia facoltà di scelta dei nomi da inserire tra le candidature. Di fatto un blitz. Conte sta valutando di candidarsi nel collegio maggioritario della Camera di Pomigliano d'Arco (Campania 1). Pomigliano è la città natale di Luigi Di Maio e proprio lì dovrebbe correre l'ex capo politico del M5s in quota centrosinistra.

Ovviamente non si tratterebbe di una sfida per la sopravvivenza, perché Di Maio con tutta probabilità si candiderà anche in un collegio blindato nel listino proporzionale. E lo stesso, in virtù delle nuove regole, farà Conte. Che di certo non può esporsi al rischio di una mancata elezione in Parlamento per colpa di una sconfitta nell'uno contro uno con il suo predecessore alla guida dei Cinque Stelle. Detto ciò, la singolar tenzone ha quasi il sapore del regolamento di conti e già attira come una calamita l'attenzione mediatica. Il collegio Campania 1 di Montecitorio è considerato come uno di quelli contesi tra il M5s e il centrosinistra. Uno dei pochi uninominali dove potrebbero spuntarla i pentastellati. Infatti, a dispetto della fuga dei dimaiani, la Campania è rimasta una delle poche regioni in cui il Movimento può arrivare oltre il 20%, circa il doppio rispetto alle percentuali accreditate a livello nazionale.

Se la sfida con Di Maio è ancora incerta, Conte però sembra aver prevalso nel braccio di ferro con Beppe Grillo e Virginia Raggi sulla modalità di formazione delle liste. Gli iscritti al M5s voteranno martedì 16 agosto in una sola giornata, dalle 10 alle 22. Gli iscritti potranno esprimere da una a tre preferenze, ma la vera novità consiste nel potere, concesso a Conte, di mettere in votazione, oltre alla propria candidatura, un elenco di nominativi «da inserire, con criterio di priorità, nelle liste di candidati in uno o più collegi plurinominali». L'ex premier indicherà agli iscritti i suoi preferiti, in numero massimo di dodici per la Camera e sei per il Senato.

Praticamente blinderà diciotto persone, circa la metà dei quaranta parlamentari che, secondo i sondaggi, dovrebbero essere eletti tra le fila dei Cinque Stelle. Mentre il M5s si avvia a diventare il «partito di Conte», l'avvocato anti-M5s Lorenzo Borrè polemizza in punta di diritto: «Le regole derogano allo Statuto, Conte introduce una categoria di ottimati».

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