Conte e Renzi litigano ma sono alleati

A parte lo strappo in Liguria, governano insieme in molte giunte. Il caso Napoli

Conte e Renzi litigano ma sono alleati
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Da Napoli a Perugia. Passando per l'Emilia Romagna e l'Abruzzo. Renzi e Conte vanno d'amore e d'accordo. Alleati affiatati. Partner inseparabili. Una coppia modello. La Liguria, regione nella quale il M5s ha posto il veto all'ingresso di Italia Viva nella coalizione che sostiene la candidatura di Andrea Orlando per la presidenza della Regione, è l'eccezione. Piuttosto che la regola.

L'avvocato del popolo e lo «spregiudicato conferenziere» Renzi governano insieme in molte città e si spartiscono poltrone e incarichi. Inoltre, non è un mistero che sono pronti a correre insieme, all'interno dello stesso campo largo, alle prossime regionali in Emilia Romagna e Umbria. E solo qualche mese fa, sono stati alleati alle elezioni regionali in Abruzzo.

Lo strappo in Liguria suona come un capriccio di Conte più che una linea politica. Una mossa per recuperare qualche voto sul Pd. Se invece non fosse così, il capo dei Cinque stelle dovrebbe annunciare immediatamente l'uscita del proprio partito dalla giunta guidata dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

Napoli non è un caso da derubricare a fenomeno locale. La capitale del Sud è la città di Roberto Fico, il numero due, per peso politico, nel Movimento dopo Conte. Napoli è la città che riconosce ai Cinque stelle il più alto consenso in termini elettorali. Cosa succede nel capoluogo campano? Italia Viva e M5s sono alleati e fanno parte della giunta Manfredi. Il patto Fico-Cesaro (Armando) è solido. Armando Cesaro, ex consigliere regionale di Forza Italia, è il plenipotenziario di Matteo Renzi a Napoli. Lui e il suo gruppo sostengono l'amministrazione Manfredi. Ma non a parole. Italia Viva ha un proprio assessore, Vincenzo Santagada, espressione della componente di Italia Viva, e un consigliere comunale (Anna Maria Maisto).

Il M5s ha due assessori nella squadra di Manfredi: Luca Trapanese (area Fico) ed Emanuele Ferrante. E proprio il leader grillino Conte ha sempre speso parole al miele per l'amministrazione napoletana parlando di «modello Napoli», «modello Manfredi». Peccato che in quel laboratorio ci fossero a pieno titolo anche gli «spregiudicati» renziani. Gli stessi messi alle porte in Liguria.

Ma Napoli non è un caso isolato. Scorrendo un po' lo stivale si scopre che Italia Viva e M5s camminano fianco a fianco anche in altre realtà. Per fare alcuni esempi; l'esperienza del «campo larghissimo», da Conte a Renzi, ha funzionato bene in Umbria. Nelle città di Perugia e Assisi. A Perugia la sindaca Vittoria Ferdinandi ha affidato la poltrona di assessore alla Scuola alla grillina Francesca Tizi e in una coalizione che ricomprende anche i renziani.

Stesso discorso ad Assisi con l'esponente dei Cinque stelle Fabrizio Leggio nella squadra del sindaco Stefania Proietti. E proprio in Umbria, regione che andrà al voto in autunno, il campo largo mette insieme M5s e Italia Viva. Qui non ci sono stati veti o minacce da parte di Conte. Tutti fila liscio. La candidata per la presidenza della Regione Stefania Proietti, a differenza di Orlando, non tollera i diktat grillini.

Renzi e Conte saranno insieme sulla stessa nave anche in Emilia Romagna, altra regione al voto in autunno. Il candidato del Pd Michele De Pascale ha già incassato l'endorsement dell'ex rottamatore. Ed ha già caricato in coalizione il M5s. Che farà Conte? Per coerenza dovrebbe minacciare la rottura anche in Emilia Romagna e Umbria.

In pochi ricordano che un anno fa Conte e Renzi sono stati insieme nella campagna elettorale in Abruzzo per sostenere Luciano D'Amico (poi sconfitto). Insieme appassionatamente. E tra i grillini nessuno osò dire: «Non vogliamo lo spregiudicato Renzi».

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