Dopo mesi all'ombra di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, Giuseppe Conte si è preso la scena nel rush finale della manovra. E in un colloquio con il Corriere della Sera il primo ministro spiega come ha condotto le trattative con Bruxelles.
"Dovevo portare a casa un risultato importante per l'Italia: evitare l'apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo. L'ho fatto e ne sono felice per il mio Paese", esordisce il premier. Per raggiungere l'obiettivo ha dovuto telefonare al "capofila del fronte del rigore", il commissario per la stabilità dell'Euro Valdis Dombrovskis: "Sono riuscito a spiegare le ragioni per le quali la terza economia dell’eurozona non poteva essere sottoposta a procedura d'infrazione: anche l’Ue rischiava di entrare in una spirale dalle implicazioni pericolose. E l’ho convinto".
La foto di ieri, con i vicepremier assenti alle comunicazioni in Senato e Conte affiancato dai ministri Tria e Moavero, sembrava esprimere una frattura politica. Conte chiude il caso: "Avevano impegni istituzionali, Salvini e Di Maio erano giustificati". Ma poi affonda: "C'è stata una fase acuta in cui la dialettica" che si era innescata con la Commissione europea "mi ha fatto temere che venissero offuscati merito e qualità della manovra". Per questo rivela di aver chiesto e ottenuto dai vicepremier "una linea di comunicazione più attenta".
Ora la posizione di Conte è più solida. Il premier dice di non temere che Salvini richieda Palazzo Chigi per sé dopo le Europee, ma "non perché io tenga alla poltrona.
Questo governo è frutto di un impegno con gli italiani per realizzare un progetto riformatore che richiede tempo ed energie per l’intero arco della legislatura". Infine i ringraziamenti: "A tutti i miei ministri, ai parlamentari che hanno dovuto pazientare. E a Mattarella, che ha seguito il negoziato da vicino senza farci mancare il suo pieno sostegno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.