Nei giorni in cui il nuovo leader Giuseppe Conte incontra i parlamentari del M5s, la sensazione nei gruppi è che si stia cambiando solo padrone. Dalla diarchia Davide Casaleggio - Luigi Di Maio che ha guidato il Movimento fino alle dimissioni a gennaio dell'anno scorso al tandem formato da Beppe Grillo e Conte. L'ex premier ancora deve insediarsi ufficialmente ma è già guardato con sospetto dalla maggioranza della truppa. Nell'incontro di ieri pomeriggio con i senatori ha continuato a temporeggiare sulle questioni decisive. «Vorrei conoscervi tutti singolarmente, uno per uno - ha cercato di blandire i senatori - ma a causa dell'emergenza Covid ci vediamo via Zoom». Si è parlato di ambiente, inclusione sociale, economia, organizzazione, formazione. Niente di concreto sul rapporto con Rousseau, sulle alleanze, sulla regola dei due mandati e sulle restituzioni. Insomma, «le cose serie» - come dice un parlamentare - vengono affrontate in separata sede. Stesso metodo per il confronto con gli eletti di Montecitorio, in programma oggi. Un deputato racconta al Giornale: «Ci hanno mandato una mail con delle domande super generiche sulla carta dei principi, le nuove 5 Stelle, la collaborazione con la società civile, la formazione, dicendoci che sono queste domande gli spunti della discussione». Di fatto si tratta di una censura sui temi più scottanti. Nelle «Linee guida per il Neo-Movimento» spazio anche all'idea di «un Centro di Formazione» e di un'«organizzazione territoriale».
Ma il gruppo già ribolle e protesta. Un parlamentare di peso si sfoga: «Ancora stiamo qui a parlare di queste cose semantiche, già viste e riviste, della piazza delle idee, che sembrano gli ambasciatori delle idee di Casaleggio». A peggiorare l'esordio di Conte il varo del nuovo meccanismo delle restituzioni, spiegato venerdì da Vito Crimi. In Parlamento c'è chi è furioso: «Ci chiedono di versare migliaia di euro alla nuova struttura e poi non ci dicono mai niente». A quanto pare Conte è già incastrato nel collo di bottiglia delle pretese del più grande gruppo parlamentare della legislatura. Anche per questo l'avvocato vuole rivoluzionare il M5s. Con i senatori ritorna sulla Frattocchie grillina: «La scuola politica sarà necessaria per formare gli attivisti». In assemblea il senatore Primo Di Nicola chiede che il leader venga eletto con «una investitura interna degli iscritti». Conte infatti ha subito ribadito: «La mia investitura dovrà ovviamente passare da un voto sulla piattaforma». Resta lontana la risoluzione del nodo della piattaforma della democrazia diretta. Ed è in piedi l'ipotesi di sciogliere i Cinque Stelle e creare una nuova associazione.
Un ostacolo ancora più difficile è la regola dei due mandati. Conte ha fatto sapere di non voler concedere deroghe, ma sottotraccia si tratta per assicurare un salvacondotto ai big più importanti. Da Luigi Di Maio a Roberto Fico e Paola Taverna, solo per fare qualche nome. Per capire gli equilibri interni bisogna tenere d'occhio anche la partita delle nomine. Nei prossimi mesi sono in palio più di 500 poltrone, con il rinnovo dei vertici di 90 partecipate. Gli stellati vogliono continuare a fare la loro parte.
Nel Movimento fino ad oggi i punti di riferimento sulle nomine sono stati Di Maio e personaggi come Stefano Buffagni, che già si è posizionato criticamente nei confronti di Conte. Ma adesso pure l'avvocato di Volturara, lontano da Palazzo Chigi, vorrà dire la sua.
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