Conte rivendica l'attacco in tv. ​Salvini lo gela: "Un'ossessione"

Nell'ultima conferenza stampa, Conte ha attaccato duramente le opposizioni. "Smentite vere e proprie fake news. Inevitabile il riferimento al Mes", si giustifica

Conte rivendica l'attacco in tv. ​Salvini lo gela: "Un'ossessione"

Non si placa lo scontro sul Mes. Dopo che l'Eurogruppo ha respinto l'ipotesi degli Eurobond e offerto lo strumento del Mes in formato light, l'opposizione si è scatenata contro il presidente del Consiglio. Conte è così passato all'attacco e nel corso dell'ultima conferenza stampa non ha usato mezzi termini: "Sul Mes vedo che in Italia sin da questa notte si è levato un dibattito assai vivace che è importante ma è importante che si sviluppi con chiarezza e senza falsità. Con le menzogne rischiamo di compromettere la nostra forza negoziale, non si indebolisce il presidente del Consiglio Conte ma l'Italia". Poi ha alzato il tiro: "Il Mes esiste dal 2012, non è stato attivato la scorsa notte come falsamente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Stavolta devo fare nomi e cognomi". Pochi secondi dopo sono arrivate le dure repliche di Matteo Salvini e Giorgia Meloni che hanno accusato Conte di "usare la tv di Stato per dire falsità" e "senza possibilità di replica e senza contraddittorio".

Le polemiche sono andate avanti per tutto il weekend di Pasqua e ora il premier è tornato sull'argomento con una nota diffusa dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi. "Il 10 aprile il Presidente del Consiglio ha tenuto una conferenza stampa, come tante altre volte avvenuto in queste settimane - si legge -. E come ogni volta ha illustrato i provvedimenti adottati, ha spiegato e chiarito i fatti più rilevanti e ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, tanto sull'emergenza coronavirus quanto sul Mes". Su questo punto, viene sottolineato come il premier "nell'occasione ha smentito vere e proprie fake news che rischiavano di alimentare divisioni nel Paese e di danneggiarlo, compromettendo il 'senso di comunità', fondamentale soprattutto in questa fase di emergenza".

Accusato di aver usato la tv di Stato - "È roba da regime", aveva commentato Salvini mentre la leader di FdI aveva chiamato in causa il presidente Mattarella -, il premier si giustifica così: "Palazzo Chigi non ha mai chiesto che la conferenza stampa venisse trasmessa a reti unificate; e infatti è stata trasmessa solo da alcuni canali tv e solo per una parte e non interamente", si legge nella nota. Poi la precisazione: "Tutti gli interventi del presidente del Consiglio si sono sempre svolti secondo le consuete modalità e, in particolare, nella forma di conferenze stampa, salvo qualche rara eccezione. Sin dall'inizio del primo mandato del presidente del Consiglio Conte, dal giugno 2018, Palazzo Chigi trasmette il segnale audio video in Hd mettendolo a disposizione di tutti e di tutte le reti televisive, le quali liberamente decidono se e cosa mandare in onda sui propri canali. Lo stesso è avvenuto in occasione delle dichiarazioni alla stampa di sabato 21 marzo (per le quali alcuni hanno parlato, del tutto impropriamente, di 'diretta facebook') e della conferenza stampa di venerdì 10 aprile (per la quale alcuni, anche qui del tutto impropriamente, hanno parlato di 'discorso alla nazione a reti unificate'". Secondo quanto riferito, sono "le singole testate giornalistiche" a decidere "di trasmettere o meno le conferenze stampa del Presidente del Consiglio".

Nella nota si spiega infine che il riferimento al Mes è stato inevitabile. "Conte non avrebbe potuto evitare di affrontare il tema del Mes e chiarire le relative fake news veicolate dell'opposizione, visto che questo tema è poi stato oggetto delle domande poste dai giornalisti. A conferma del fatto che si tratta di argomento di interesse generale".

"Anche a Pasquetta il governo trova il tempo di attaccare Lega, opposizioni e giornalisti, una vera e propria ossessione", ha subito commentato il leder della Lega.

"Gli italiani gradirebbero lo stesso impegno del governo nel fornire almeno una mascherina protettiva ad ogni cittadino, invece di chiacchiere - ha continuato Matteo Salvini -. Oppure nel garantire il pagamento della cassa integrazione in tempi decenti e non fra settimane, come accadrà. O nell'aiutare le imprese con soldi veri, e non solo a parole o con debiti".

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