Giuseppe Conte al Meeting di Rimini fa retromarcia sull'Irap (Imposta regionale sulle attività produttive, tassa proporzionale al fatturato delle aziende) e rivendica l'introduzione, due anni e mezzo fa, del reddito di cittadinanza, ricordando come lo stesso premier Mario Draghi abbia riconosciuto il fondamento positivo della misura di protezione sociale.
«La riforma fiscale è fondamentale per tutti. Io sono per l'abolizione dell'Irap», ha dichiarato il presidente del Movimento cinque stelle nel corso della kermesse di Comunione e liberazione, per poi aggiungere: «Mi rendo conto che sono tanti soldi, ma per le imprese significa doppia contabilità, doppia dichiarazione e un sovraccarico di burocrazia. Ragioniamo insieme, mettiamoci tutti attorno a un tavolo per abolire l'Irap e sostituirla con una un'addizionale Ires (Imposta sui redditi delle società, ndr)». «Molto bene che il presidente Conte si sia ora schierato con l'idea di Italia viva di abolire l'Irap» ha commentato via Facebook Luigi Marattin, deputato di Iv e presidente della commissione Finanze della Camera. Lo stesso Marattin, tuttavia, ha poi sottolineato: «Ricordo tutti gli sforzi, nelle riunioni a Palazzo Chigi della primavera 2020, per convincere quel governo (il Conte II, ndr) ad abolire almeno la rata di giugno. Dicevano che era un ricatto renziano e un ingiustificato favore alle imprese. Bene ora. Avanti!».
Sul fronte lavoro Conte ha poi auspicato la revisione dello Statuto del Lavoratori e la sua estensione a tutti, precari compresi. «Possiamo farlo e potremmo introdurre una solida disciplina che incentivi il salvataggio delle imprese da parte dei lavoratori», ha commentato il leader del M5s. Quanto al reddito di cittadinanza, l'ex presidente del Consiglio, dopo aver osservato che sulla misura di contrasto alla povertà e inclusione sociale sono emerse «divisioni clamorose» e visioni differenti nel mondo politico anche nel corso della kermesse di Cl, ha rimarcato che il M5S è assolutamente convinto della formula. «Una politica che si disinteressa e svolge lo sguardo altrove rispetto a persone in povertà assoluta, è una politica che non assolve il suo compito» ha dichiarato l'ex premier pur non nascondendo la necessità di «lavorarci e di affinare la misura». «Noi stessi - ha detto - abbiamo presentato delle proposte perché vogliamo contrastare gli abusi e favorire le politiche attive». Per il presidente del M5s occorre in particolare «incrementare le prospettive di reinserimento lavorativo. Su questo fronte il sistema nazionale è molto indietro, ma so che il ministro del Lavoro Andrea Orlando e Alessandra Todde, viceministro dello Sviluppo economico, ci stanno lavorando: dobbiamo riformare il sistema delle politiche attive. È quella la direzione di intervento».
L'Inps intanto ha reso noto che tra gennaio e luglio hanno presentato domanda di reddito/pensione di cittadinanza 849.200 nuclei familiari per un numero complessivo di percettori pari a 1.655.343 persone (di cui quasi un milione a Sud).
In questo arco di temporale il reddito è stato erogato a poco meno di un milione e mezzo di nuclei (pari a 3.550.342 persone) per un importo medio mensile di 579 euro.La pensione di cittadinanza è stata invece percepita da 156.111 nuclei (pari a 176.771 persone) con un importo medio mensile di 267 euro.
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