Conte va nel panico: non sa come chiudere la verifica di governo

Il premier è pronto a chiedere una pausa della verifica? Il Pd attacca i 5 Stelle: "Loro vogliono far cadere Conte...". Da Italia Viva avvertono: "Renzi non farà marcia indietro"

Conte va nel panico: non sa come chiudere la verifica di governo

La verifica di governo è partita in salita fin da subito. Il Partito democratico, nella persona del capogruppo Graziano Delrio, aveva immediatamente avvertito il premier Giuseppe Conte: "I dossier più importanti sono tutti aperti: dobbiamo uscire dallo stallo. Non andiamo a fare chiacchiere". Il presidente del Consiglio ha avviato un giro di colloqui con le forze di maggioranza per constatare se ci sono o meno le condizioni per proseguire con l'esperienza giallorossa. Prima incontrerà le singole forze politiche e poi riunirà i capi della coalizione per fare il punto della situazione. A Palazzo Chigi sono state già ricevute le delegazioni di Movimento 5 Stelle, Pd e Liberi e uguali. Manca ancora un faccia a faccia con Italia Viva, che ieri ha annunciato lo slittamento dell'incontro a causa di un impegno europeo del ministro Bellanova.

Il sorvegliato speciale, ovviamente, è Matteo Renzi. Che ieri mattina, poco prima di comunicare l'impossibilità di vedersi con l'avvocato, sui propri profili social ha postato una foto con Joe Biden. Una mossa che va in una direzione ben precisa, così come rivelato dal vicesegretario leghista Giancarlo Giorgetti: "Renzi è suo amico, o almeno crede di esserlo, e con lui alla Casa Bianca si sentirà più forte, penserà di avere l’arma nucleare, e magari sarà disposto a forzare la mano e a rischiare. Sta accadendo. Ho visto che ha anche postato una sua foto con il nuovo Mr. President, come a dire: in Italia mi sottovalutate, ma io ho amici potenti".

"Non farà marcia indietro"

I renziani continuano a bersagliare Conte: "Non può più essere un uomo solo, non può essere solo il presidente del Consiglio a decidere". Un esponente della maggioranza è convinto che Renzi "non farà marcia indietro perché c'è in ballo molto di più di un semplice rimpasto". Allora qual è l'exit strategy di Conte? Probabilmente dopo l'incontro con Italia Viva "chiederà una pausa nella verifica di governo per far decantare la situazione". Bisogna tener sempre d'occhio la data del 28 dicembre, quando il fondatore di Iv potrebbe alzarsi dalla sua postazione nell'aula di palazzo Madama e staccare la spina. Decretando così la chiusura di "una stagione politica" per chiedere di aprirne una nuova. Ma si tratta di un'ipotesi piuttosto improbabile. Il che non significa che tutto finirà per il verso giusto. Anzi.

Crisi rinviata a gennaio?

Gli animi comunque rimangono turbolenti. I momenti di maggiore tensione si sono registrati al termine del colloquio tra Conte e i grillini, ovvero quando Vito Crimi e Luigi Di Maio hanno annunciato la volontà di spingere per il mantenimento dell'ecobonus e per la riduzione delle tasse. Nel Partito democratico c'è chi è preoccupato per il fatto che alla Camera il bilancio sia bloccato proprio dai 5S sulla canapa, sull'ecobonus e sulla riduzione delle tasse. "Significano 9 miliardi, non ci sono i soldi. Lo capiscono? Parlano di rafforzare il governo e poi innescano delle bombe come questa", spiega un deputato del Pd.

Lo stesso esponente dem, scrive Marco Antonellis su Italia Oggi, ribadisce che il segretario Nicola Zingaretti ha chiesto a tutti un immediato cambio di passo: "Se la risposta di Di Maio e Crimi è questa, tutta identitaria, allora ci piacerebbe capire a che gioco giocano i 5 Stelle. Ma forse sono proprio loro che voglio far cadere Conte, altro che Renzi...".

Il leader di Italia Viva non intende piegare la testa e pretende dal presidente del Consiglio di essere ascoltato sul Recovery Fund, sul Mes e sulla delega la delega ai Servizi (da dare a un parlamentare che non ha avuto a che fare con l'amministrazione Trump, come Emanuele Fiano del Pd o il renziano Ettore Rosato). Renzi prova a mettere Conte in una situazione di inferiorità in vista del colloquio, ribadendo ai suoi di essere disposto a staccare la spina appena possibile.

"Io non perdo certo la faccia. Se Conte non molla sulle cose che gli chiediamo apro la crisi. Non ora, ovviamente, che c'è la legge di Bilancio. Dopo, a gennaio", è lo sfongo riportato dal Corriere della Sera.

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