Contentino democratico: il Pd si prende Lecce e Taranto

Contentino democratico: il Pd si prende Lecce e Taranto

Taranto - Il centrosinistra riesce a rimontare e al ballottaggio ribalta l'esito del primo turno mettendo a segno una doppietta di sindaci in Puglia. A Taranto il candidato del Pd e di tutta la coalizione, Rinaldo Melucci, si è aggiudicato il 53,3% dei consensi superando Stefania Baldassari, centrodestra, ferma al 46,7. Stesso esito a Lecce, dove il nuovo sindaco è Carlo Salvemini, centrosinistra, che ha vinto con il 55% staccando Mauro Giliberti, centrodestra, che non è andato oltre il 45.

Entrambi i candidati sconfitti partivano da una situazione di vantaggio, ma sono stati sconfitti nel gioco degli apparentamenti. In particolare così è stato a Lecce, dove il centrodestra governava da ventidue anni e non aveva mai concesso neanche il ballottaggio: nel Salento si è rivelata decisiva la scelta di Alessandro Delli Noci, ex assessore nella giunta uscente, che ha deciso di candidarsi in una lista centrista per poi sostenere al secondo turno Salvemini portando in dote un buon 17%. Un ribaltone che ha sollevato aspre polemiche, ma che alla fine si è rivelato determinante per la sconfitta di Giliberti, scelto da Raffaele Fitto. Ma sull'exploit pesa la regia del governatore Pd Michele Emiliano, considerato il vero artefice della trattativa. Il quale adesso, da una posizione di forza, si accinge a varare un rimpasto in giunta.

I riflettori erano puntati a Taranto, dove la sfida si preannunciava delicata anche per il momento vissuto dalla città, alle prese con una disoccupazione giovanile a livelli preoccupanti e piegata dalla crisi dell'Ilva, il colosso dell'acciaio a cui un tempo erano legate le sorti di migliaia di famiglie, ridotto a un gigante d'argilla. A tutto questo si sono aggiunte le polemiche sulla discesa in campo di Franco Sebastio, magistrato in pensione, titolare proprio dell'inchiesta sull'Ilva, il pm che ha mandato a processo tra gli altri l'ex governatore Nichi Vendola e il sindaco uscente Ippazio Stefàno. Sebastio al primo turno non è andato oltre il 9,25% e ha deciso di appoggiare al ballottaggio il Pd e il centrosinistra.

Una mossa che ha provocato un terremoto e ha lacerato il suo stesso movimento, «Mutavento», visto che in tanti non hanno nascosto il proprio malumore sconfessando la scelta di sostenere proprio il Pd, più volte additato come responsabile delle cosiddetti leggi salva Ilva. In ogni caso, sulle votazioni pesa l'ombra di un'affluenza ridotta ai minimi termini, addirittura inferiore al 20 per cento.

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