"Continueremo a esistere". Luxuria rilancia la “resistenza” LGBT

Grande protagonista dell’Aosta Pride, l’ex concorrente dell’Isola dei Famosi mette nel mirino Giorgia Meloni e punta sui soliti presunti allarmi

"Continueremo a esistere". Luxuria rilancia la “resistenza” LGBT

Sabato si è tenuto il primo storico Aosta Pride, un corteo arcobaleno che ha attraversato la città per rivendicare i diritti della comunità Lgbt. Madrina della manifestazione Vladimir Luxuria, prima transgender a essere eletta al parlamento di uno Stato europeo. E naturalmente non poteva mancare un attacco al governo di centrodestra (che deve ancora nascere) e il solito allarme strumentale.

Vladimir Luxuria e la “resistenza”

“Il prossimo governo non ci scoraggia, siamo già passati da Fini, Bossi, Berlusconi”, ha esordito l’ex concorrente dell’Isola dei famosi sul palco dell’Aosta Pride. Per poi suonare la carica con parecchia enfasi:“Continueremo ad esistere e continueremo a resistere”. Resistere di fronte a un pericolo inesistente, ma è la comunicazione bellezza: del resto la sinistra ha fondato la sua campagna elettorale sulle fake news.

Aosta Pride

Poi Vladimir Luxuria ha ricordato il trentennale della legge Mancino, in programma nel 2023. E ovviamente ha colto l’occasione per attaccare Giorgia Meloni: “Fratelli d’Italia vorrebbe l'abolizione di questa legge, noi vogliamo l'allargamento di questa legge. FdI ha proposto l'abrogazione della legge Mancino. Noi diciamo che se una persona picchia un gay, una lesbica, una trans per il suo orientamento sessuale o la sua identità di genere ci deve essere la stessa aggravante per gli altri”. “Non è una questione ideologica, è una questione di logica”, il suo giudizio.

“La destra è ossessionata”

Super ospite dell’Aosta Pride insieme alla grillina Chiara Appendino, Vladimir Luxuria negli ultimi giorni s’è data molto da fare per denigrare il futuro esecutivo. L’ex parlamentare – candidata come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista – già ai microfoni dell’Adnkronos aveva esternato timore. “Il problema nostro non è tanto che ci tolgano”, la sua analisi: “Il problema è di non avere la speranza di ottenere altro dal nuovo governo […] Bisogna capire se il nostro riferimento sono le culture democratiche o la Russia di Putin e l'Ungheria di Orban”.

Nel corso della sua filippica, Vladimir Luxuria aveva rimarcato le preoccupazioni sul matrimonio egualitario e sull’omogenitorialità: “Temo che ci siamo le crociate contro tutte le iniziative che tendono a combattere il bullismo omofobo e trans, perché loro sono ossessionati dal fatto che se si parla nelle scuole di omosessualità si fa ideologia gender e si vuole deviare qualcuno”.

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