Essere omosessuale e contemporaneamente sposare la causa della destra? Si può. Con buona pace della sinistra. Ne è un perfetto esempio Klevis Gjoka, che non ha nascosto il proprio orientamento politico. Nell'intervista a ilGiornale.it ha smontato la tesi secondo cui la sinistra rappresenta la casa naturale per gay e stranieri. Una culla dove essere protetti? Macché. Klevis, membro di Fratelli d'Italia, è finito nel mirino degli odiatori rossi che sui social lo hanno bersagliato. Si è perfettamente integrato insieme al suo compagno, senza cedere alle facilonerie della sinistra. E forse tutto ciò infastidisce la galassia rossa.
Si può essere gay e al tempo stesso essere di destra? A sinistra impazziranno...
"Credo profondamente nell'individualità delle storie e dei pensieri. Questo concetto che i valori e le idee sono in qualche maniera emanazione della categoria di appartenenza mi fa orrore. Io non mi sento straniero, sono nato e cresciuto in Italia e sono orgogliosamente italiano. Allo stesso modo non ho bisogno di bandiere arcobaleno per sentirmi rappresentato, mi basta quella italiana".
Quindi è falsa la narrazione per cui la sinistra è l'unica paladina dei diritti Lgbt?
"La sinistra ha il vizio antico di intestarsi termini e battaglie non sue, basta vedere come si prodigano (sempre a parole) sullo stato di diritto. La libertà e l'accettazione delle disuguaglianze come naturali sono battaglie che nulla hanno a che vedere con la lotta della sinistra in nome dell'uguaglianza forzata. Credo che a sinistra ci vogliano diversi ed etichettati perché elettoralmente conviene, la normalizzazione invece porta a smettere di votare in blocco".
L'Italia è un Paese omofobo? Davvero c'è una deriva pericolosa dopo la vittoria del centrodestra?
"Non credo che l'Italia sia un Paese omofobo. Personalmente non ho mai subito violenza per la mia sessualità. L'ho invece subita in un tentativo di rapina da parte di extracomunitari. La vittoria del centrodestra rappresenta la rivincita per chi da anni si sente preso in giro da una sinistra che predica tolleranza e amore universale e poi consente alle nostre città di diventare vere e proprie arene".
Diversi giorni fa è stato vittima di insulti sui social. Gli odiatori rossi mettono in imbarazzo la sinistra?
"La sinistra, mi spiace dirlo, ha una tendenza generalizzata allo squadrismo. Non è la prima volta che vengo sottoposto ad attacchi di massa sui social per mie dichiarazioni da loro ritenute controverse. Lo sono stato perfino quando ho avuto l'ardire di criticare Che Guevara, che gli omosessuali li metteva nei campi di rieducazione. A sinistra piace parlare dell'odio della destra ma difficilmente riconosce il suo".
Cosa pensa del ddl Zan? Un pericolo sventato o un'opportunità persa?
"Il ddl Zan era una proposta di legge liberticida che esacerbava le peggiori tendenze di una certa corrente di pensiero secondo la quale la cultura si cambia per decreto. Su questo Giorgia Meloni ha fatto scuola, lo Stato non è Dio e non può pensare di modificare le tendenze sociali schioccando le dita, specie con un testo malscritto che mette in discussione l'indipendenza della scuola".
Come ha reagito quando è stato affossato al Senato?
"Uno dei post che citavo prima, sotto i quali è scoppiato l'inferno, era proprio un video di me che ballavo per festeggiare la bocciatura. Non credo ci sia stata alcuna caduta di stile".
Cosa dovrebbe fare il prossimo governo di centrodestra in materia di diritti civili per gli omosessuali?
"Mi auguro che il governo Meloni possa rappresentare un chiaro segnale in questo senso. Per me destra significa libertà e anche Giorgia la pensa allo stesso modo. Libertà per tutti, di lavorare senza QR code di Stato come di amare chi si vuole. La sinistra è per i diritti a tempi alterni, noi da sempre e per sempre".
E sul tema immigrazione? Porti aperti o chiusi?
"Serve il blocco navale, subito. La sicurezza delle nostre città e il nostro stile di vita devono essere difesi con le unghie e con i denti dalla criminalità e dall'integralismo islamico".
Pensa che la sua esperienza personale possa essere di esempio per gli altri stranieri che vogliono integrarsi in Italia?
"Penso che la mia esperienza possa essere da esempio per chi non vuole vergognarsi di chi è e di cosa pensa. L'orgoglio rispetto alla propria identità e ai propri valori è fondamentale per chi non vuole essere straniero ma italiano a pieno titolo. L'amore per la nostra terra deve animare chi decide di stabilirsi qui e dare un contributo alla nostra grande Nazione".
Cosa ne pensa il suo compagno della sua linea politica? La condivide o è in disaccordo?
"Il mio compagno mi ha sempre sostenuto nella mia attività politica. Non è politicamente esposto ma è un nostro simpatizzante.
Condivide i valori che portiamo avanti perché anche lui è stato in grado di trovare in Italia una dimensione personale e lavorativa, a dimostrazione che l'integrazione non si fa per proclamo o manifestazione ma impegnandosi e non autoghettizzandosi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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