Contrari e assenti ingiustificati: quei 5S dissidenti sul dl Ucraina

Il decreto Ucraina ha ricevuto 35 "no" in Aula. Sono 25 i senatori che non hanno partecipato al voto e non risultano assenti giustificati: ci sono anche i grillini

Contrari e assenti ingiustificati: quei 5S dissidenti sul dl Ucraina

Il Senato ha approvato la fiducia sul decreto Ucraina, contando su 214 voti favorevoli e riscontrando invece 35 pareri contrari. Dunque è arrivato il via libera in via definitiva da parte di Palazzo Madama senza alcuna preoccupazione per possibili inciampi, ma alcuni dati politici non possono passare inosservati: al di là delle 35 contrarietà, dai tabulati della votazione emerge che sono 25 i senatori che non hanno partecipato al voto e non risultano assenti giustificati. Tra questi rientrano anche alcuni grillini.

Il "no" di Petrocelli

Significativa la posizione di Vito Petrocelli, esponente del Movimento 5 Stelle, che ha risposto "no" alla chiama in Senato sulla fiducia posta dal governo sul decreto Ucraina. Il presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama lo aveva già annunciato nei giorni scorsi, avvertendo di essere pronto a non votare la fiducia nei confronti dell'esecutivo. E alla fine così è stato: la mossa potrebbe costargli l'espulsione dal M5S, ma comunque allo stato attuale Petrocelli non intende lasciare l'incarico in commissione. "La sua decisione determinerà l'applicazione di una sanzione come previsto dal regolamento", ha detto Mariolina Castellone, capogruppo del Movimento al Senato.

A schierarsi contro è stata anche la compagine di Fratelli d'Italia, secondo cui questo governo "non merita la fiducia". "No" pure di Barbara Lezzi (Misto), ex volto storico dei 5 Stelle che si era già opposto al governo Draghi. La pensa allo stesso modo Gianluigi Paragone di Italexit. Mattia Crucioli di Alternativa (gli ex 5S) aveva confermato il voto contrario alla fiducia sul decreto Ucraina, definendo il premier Mario Draghi "un nonno al servizio della guerra" e paragonandolo al presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Gli assenti ingiustificati

A ciò si aggiungono ben 25 senatori assenti senza giustificazione: stando a quanto appreso e riferito dall'Ansa, si tratterebbe di tre del Movimento 5 Stelle, cinque della Lega e altrettanti di Forza Italia, 11 del Gruppo Misto e uno di Fratelli d'Italia. I pentastellati assenti sarebbero Daniele Pesco, Alberto Airola e Gianluca Ferrara. Ma Ferrara ha precisato di essere "partito per una visita ufficiale in Ungheria, con l'Osce", una visita "che era stata programmata da tempo".

Le defezioni tra i grillini hanno ovviamente provocato le prime reazioni politiche, con conseguenze che potrebbero abbattersi sul futuro dell'alleanza giallorossa. Per Andrea Marcucci, senatore del Partito democratico, "è molto preoccupante e molto grave che importanti cariche istituzionali del M5S abbiano votato contro il Dl Ucraina o non abbiano partecipato al voto". Il riferimento è a Vito Petrocelli (presidente della commissione Esteri) e Daniele Pesco (presidente della commissione Bilancio).

Non hanno preso parte al voto anche Luigi Augussori, Alberto Bagnai, Francesco Mollame, Armando Siri e Valeria Sudano (su 63 senatori leghisti 48 hanno partecipato al voto, 10 in missione e 5 assenti non nell'elenco). Tra gli assenti di Forza Italia vi sono la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (che in genere non vota), la capogruppo Anna Maria Bernini (alle prese con il Covid-19), Dario Damiani (occupato in una conferenza stampa) e Giuseppe Mangialavori (che ha avuto impegni legati alle elezioni amministrative in Calabria).

Dai tabulati emerge la compattezza del gruppo di Fratelli d'Italia (che ha visto assenti solo tre senatori su 21, di cui due in missione).

Situazione simile per il Partito democratico: su 39 senatori hanno votato in 36, 3 risultano in missione o congedo e dunque nessun assente "ingiustificato". Idem per Italia Viva: su 15 senatori 11 hanno preso parte al voto, 4 in missione o congedo, zero assenti senza giustificazioni.

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