Con la Russia va innalzato il livello di risposta diplomatica rispetto ai tempi: ne è convinto il sottosegretario alle Difesa, onorevole Giorgio Mulè.
Siamo appena entrati nella turnazione della difesa aerea a difesa dei cieli baltici. Perché questo missione è così importante?
«Lo è sia in ambito Nato che europeo perché riafferma il ruolo dell'Italia all'interno di una coalizione che riconosce alla nostra professionalità la capacità di garantire la sicurezza in tutto il mondo. Questo perché le nostre forze armate e in particolare l'Aeronautica, sull'attività degli intercettori in Europa sono le migliori. Dal punto di vista geopolitico è fondamentale per le Repubbliche baltiche dare la sicurezza nell'ambito dell'Alleanza atlantica in un momento in cui quello che noi definiamo il doppio binario con la Russia, fatto di deterrenza da una parte e dialogo dall'altra, deve avere anche la sua capacità di disincentivo a eventuali azioni schierando gli F-35 che sono in Estonia».
I tempi non sono facili per i rapporti con la Russia...
«La Russia ha sicuramente alzato il livello delle sue azioni e certamente preferivamo il dialogo. Adesso siamo costretti ad andare sulla deterrenza. Le misure dello spionaggio con il caso Biot, unite alle sanzioni erogate dai russi al presidente del Parlamento europeo sono inaccettabili, come lo è l'intrusione fatta attraverso il nostro militare arrestato. Questo impone all'Italia di adeguare il livello della risposta diplomatica a quello che abbiamo avvertito come un deragliamento rispetto a dei canali che avevamo. Questo significa che non possiamo avere una posizione supina, ma di attenzione costante riportando il dialogo centrale rispetto alla deterrenza».
A breve ritireremo il nostro contingente dall'Afghanistan. C'è già un piano?
«Il Coi (Comando operativo di vertice interforze) è già al lavoro per fare un rientro ordinato nella logistica, ma soprattutto alla sicurezza dei nostri militari. Questa operazione non avverrà in tre giorni, ma obbliga a una pianificazione nel tempo. I segnali che arrivano da lì impongono di innalzare il livello di sicurezza. C'è già una task force pronta a partire per il teatro operativo in caso di emergenza. Con il liberi tutti i talebani proveranno ad ampliare il più possibile il loro controllo sul territorio afghano».
Come avverrà il trasporto dei materiali verso l'Italia?
«La logistica si baserà sull'affitto di enormi aerei come Ilyuchin, Antonov e altri velivoli che faranno la spola da lì all'Italia per portare i materiali nelle more del trasferimento. Alla fine si deciderà cosa eventualmente lasciare in Afghanistan».
Forza armate e distribuzione dei vaccini. Siete soddisfatti dell'impegno portato avanti?
«L'importanza è enorme e sottovalutata. In Italia si è dato per scontato che i vaccini arrivassero in tempo zero dal momento in cui l'Aeronautica e la Forze armate fossero impiegate. Da una parte che si dia per scontato inorgoglisce la Forza armata perché dà sicurezza e garanzia, dall'altro inviterei tutti a una riflessione su questo, proprio perché la capacità operativa della Difesa ha consentito che non ci fossero incidenti o imprevisti negli ultimi mesi. La forza della logistica e della programmazione risiede nel fatto che partono più camion per ogni destinazione proprio per garantire che tutto vada per il meglio e i vaccini arrivino a destinazione. Per questo non è scontato per niente».
Però i militari sono senza contratto da tempo. Che state facendo in merito?
«Stiamo lavorando sul contratto sia per la parte militare che civile e questo vede impegnati gli uffici del ministero della Difesa, per consentire che alla parte civile arrivino nel più breve tempo possibile quei 50 milioni destinati con l'ultima legge di bilancio attraverso i decreti attuativi che proprio in questi giorni stiamo definendo. È in via di definizione il contratto per il personale delle Forze armate e questo si deve a chi è attore principale per la sicurezza degli italiani».
Enrico Letta vuol riattivare l'operazione «Mare Nostrum». Che ne pensa?
«La soluzione mediterranea passa per accordi bilaterali che il governo sta stipulando. Accordi con la Libia che stiamo facendo a dispetto di come si è stati ondivaghi durante i governi Conte.
Questo è il riconoscimento che l'esattezza soluzione risiede nel passato recente ed era quella indicata dal governo Berlusconi, con la capacità di essere amici della Libia e a un tempo rispettati da quel Paese. Questa consapevolezza sta passando e finalmente i frutti si vedono».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.