"Allora, non posso parlarti su whatsup (sic) perché da stamani ho il telefonino impazzito. Hanno pubblicato sui Social il mio numero, puoi immaginare il casino". È, ancora una volta, il Fatto Quotidiano a pubblicare le conversazioni telefoniche tra Matteo Renzi e il padre Tiziano. Oggi tocca a uno scambio di sms inedito intercettato il giorno di Natale dell'anno scorso da cui emerge l'amaro sfogo del figlio che da meno di due settimane si è dimesso dalla presidenza del Consiglio: "Papà - scandisce - la stragrande maggioranza di quelli che ti circondano mi fanno vomitare".
Le prime indiscrezioni sull'affaire Consip che coinvolge Tiziano Renzi vengono pubblicate dal Fatto Quotidiano a metà dicembre del 2016. E, qualche giorno più tardi, Matteo Renzi scrive al padre una sfilza di messaggi senza usare WhatsApp. Sono le sei del pomeriggio del 25 dicembre 2016. "Allora, non posso parlarti su whatsup (sic) perché da stamani ho il telefonino impazzito. Hanno pubblicato sui Social il mio numero, puoi immaginare il casino - scrive l'ex premier - se vuoi parlare dal punto di vista umano, mi parli. Sul resto, se sei convinto che tutte le persone che incontri siano perbene, sopporti ancora per un po' il fango e la merda. Su Facebook, non ti iscrivi. Nel modo più assoluto. Il contraddittorio lo fai dai Pm, non sui media diventando una macchietta. Io avevo voglia di lasciare. Non lo faccio solo per rispetto alle persone che ci hanno votato, almeno fino alle elezioni politiche. Dunque se continuo, tu non puoi fare il cazzo che ti pare".
Dopo il flop al referendum del 4 dicembre 2016, che ha bocciato la sua riforma costituzionale, il 7 dicembre Renzi rassegna le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il 12 dicembre non è più premier e vede arrivarsi addosso le accuse sul caso Consip. Tanto che arriva a pensare di mollare tutto. "Finché io sono un personaggio pubblico - intima al padre in quegli sms - tu, per cortesia, evita ogni stronzata come quella di aprire un account Facebook. Querela chi vuoi querelare ma non fare cazzate. Grazie". Tiziano risponde con un "ok", poi qualche minuti gli chiede di vedersi per un paio minuti l'indomani.
"Ok - gli risponde il figlio - ma non fare cazzate, non scrivere su Facebook, non vivere questa fase come un rodeo. Se davvero non hai fatto nulla, e non ne dubito, la verità viene fuori. Prima o poi ma viene fuori. A domani, ci sentiamo per telefono per fissare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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