Entro pochi mesi i primi italiani potrebbero ricevere il vaccino contro il Covid. L'annuncio della casa farmaceutica Pfizer, che ritiene il farmaco ancora in fase di sperimentazione efficace al 90%, apre uno spiraglio di luce. «Ma occorrerà organizzarsi bene e prepararsi per non perdere questa grandissima occasione». Parola di Patrizia Laurenti, docente di Igiene generale e applicata dell'università Cattolica.
Cosa pensa del vaccino di Pfizer?
«La fase 3 di sperimentazione non è ancora conclusa. Se l'azienda afferma che il prodotto è efficace al 90% dice una cosa forte, ma evidentemente ha tutti gli elementi per farlo».
Ci sono altri vaccini in arrivo?
«Sul sito dell'Oms ci sono 47 vaccini iscritti e candidati. Anche quello di Moderna, americano come quello di Pfizer, è molto avanti. Nei prossimi mesi ne arriveranno molti, compreso quello di Oxford».
Le aziende stanno correndo per arrivare prima?
«In parte sì, anche se credo ci sarà spazio per tutti perché occorreranno milioni di dosi in tutto il mondo».
Secondo lei il vaccino è davvero affidabile? Come funzionerà?
«Si tratta di un vaccino a Rna, cioè acido nucleico sintetizzato in laboratorio. Una volta iniettato nel paziente induce la produzione di proteine simili a quelle del virus, contro le quali il sistema immunitario inizia a creare anticorpi specifici e protettivi. Il fatto che il farmaco si dimostri efficace al 90% è meraviglioso, se si considera che i vaccini anti influenzali attualmente usati lo sono al 70%».
Quando arriverà in Italia?
«Le prime dosi potrebbero arrivare a gennaio. Ma dovranno essere molto chiari gli accordi fra Nazioni e case farmaceutiche. Sarà invece una scelta politica l'individuazione delle categorie che avranno la priorità».
Quante dosi arriveranno inizialmente in Italia?
«Al momento si parla di tre milioni 400mila, che però copriranno solo un milione 700mila persone, perché occorrono due dosi a testa somministrate con un intervallo di tre settimane. La strada è lunga, se pensiamo che gli anziani nel nostro Paese sono circa venti milioni».
Quando saranno vaccinate tutte le fasce deboli?
«Potrebbero volerci mesi. Per questo sarà importante programmare e organizzare acquisto, conservazione, distribuzione e somministrazione in modo impeccabile. Andrà inoltre fatta una buona preparazione con l'individuazione di spazi, strutture e personale preposto alla campagna vaccinale».
L'Italia potrebbe mostrarsi impreparata?
«Credo e spero di no, perché la posta in gioco è troppo alta per sbagliare. Speriamo non si ripetano gli errori fatti prima dell'arrivo della fase 2 della pandemia. Il ministero della Salute lavorerà affinché questo non accada».
Adesso come si procederà per arrivare al prodotto definitivo?
«Il vaccino è nella terza e ultima fase di sperimentazione, che dovrebbe concludersi entro qualche settimana. In caso di esito positivo comincerà l'iter di autorizzazione da parte delle agenzie regolative negli Stati Uniti e nell'Ue. Se arriverà il via libera partirà la produzione a livello industriale e la distribuzione ai vari Paesi».
Quando arriveremmo all'immunità di gregge?
«Quando almeno il 60% della popolazione sarà vaccinata. Presumibilmente nel 2022».
Questo vaccino rischia ancora uno stop, come successo a quello di Oxford?
«In fase di sperimentazione tutto potrebbe succedere. Ma le valutazioni sui presunti effetti collaterali sono molto veloci».
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