Birra in mano e anfibi ai piedi ai concerti nazirock nelle periferie degradate: così ci si immagina gli estremisti di destra tedeschi. Gli stereotipi hanno un fondo di verità, ma a volte la realtà supera l'immaginazione. È successo sull'isola di Sylt nel Mar Baltico, ritiro dell'alta borghesia di Germania: una Pantelleria non radical chic, ma conservatrice.
Presso uno dei locali più esclusivi, il Pony, dei ragazzi si sono filmati mentre intonavano cori nazionalisti e xenofobi. «La Germania ai tedeschi, fuori gli stranieri», cantava la dorata gioventù sulle note di L'amour toujours di Gigi D'Agostino. Rampanti, col pullover annodato al collo e la candida camicia mentre simulano sia il saluto nazista sia i baffi alla Hitler: sono i protagonisti del video virale sul web, che ha scatenato la massima indignazione.
Un'Elisa Maria, un Maximilian, qualche von tra i cognomi: ragazze e ragazzi avidi di successo, ora soprannominati «i nazisti al prosecco». Sul caso indaga la procura di Flensburg per istigazione all'odio ed esibizione di simboli vietati dalla Costituzione. I giovani coinvolti hanno cancellato o reso inaccessibili i loro profili sui social, dove si mostravano a sorseggiare champagne.
Il cancelliere Olaf Scholz ha condannato i cori di Sylt come «disgustosi, inaccettabili», per la ministra dell'Interno Nancy Faeser, «chiunque gridi slogan nazisti è una vergogna per la Germania».
Da tempo, la destra radicale miete consensi tra i tedeschi, dai falansteri delle periferie profonde alle ville dei sobborghi eleganti, anche tra i giovani. Secondo lo studio «Gioventù in Germania 2024», il 22% degli intervistati di 14-29 anni voterebbe il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (Afd). La formazione è in vetta alle preferenze di adolescenti e giovani adulti, per due motivi. Da un lato, la gioventù si sente più insicura.
Inflazione in aumento, guerre e ondate
di profughi sono le principali preoccupazioni. Dall'altro, Afd convince i giovani con un abile uso dei social a fini di propaganda. Un ulteriore segnale di come la Germania, già sinonimo di stabilità, sia oggi vacillante.
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