Corleone riparte dai simboli e lo fa intitolando la via del capo dei capi al giudice Cesare Terranova. Ieri nella cittadina dell'Alto Belìce si è svolta la cerimonia di intitolazione della via Scorsone al giudice assassinato per volere della Cupola. La via è nota a tutti per essere il luogo dove risiedono i familiari di Totò Riina e in particolare la moglie del boss Antonietta Bagarella, più nota come Ninetta, sorella di Leoluca Bagarella, uno degli esecutori materiali dell'omicidio del giudice. Nel 2016 via Scorsone era balzata agli onori della cronaca per essere stata il luogo del presunto inchino alla moglie del boss, gesto che suscitò le ire dell'arcivescovo di Monreale Michele Pennisi che proibì alle processioni di passare per quella strada e che recentemente è costato sei mesi di reclusione al 36enne Leoluca Grizzaffi giudicato colpevole di aver fatto fermare la vara di San Giovanni durante la processione proprio di fronte all'abitazione della Bagarella.
L'intitolazione ha avuto luogo a un anno esatto dalla morte di Riina, avvenuta il 17 novembre dello scorso anno: «L'iniziativa è altamente simbolica perché si tratta della strada dove ha vissuto Salvatore Riina e dove tuttora risiede sua moglie. Lo Stato deve riappropriarsi dei luoghi che sono diventati simbolo di mafia anche attraverso la toponomastica - ha dichiarato il prefetto di Palermo Antonella De Miro -, l'intitolazione nel giorno dell'anniversario della morte di Riina è stata una semplice casualità, forse un segno del destino».
L'iniziativa è stata promossa dalla commissione straordinaria composta da Giovanna Termini, Maria Cacciola e Rosanna Mallemi che da più di due anni regge il comune di Corleone dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell'amministrazione di Leoluchina Savona nel 2016 e che tra pochi giorni terminerà il suo incarico: «Corleone si vuole buttare alle spalle una pagina nera della sua storia - ha affermato Giovanna Termini -, la comunità di Corleone vuole dimostrare la distanza siderale che c'è tra i cittadini e questa storia criminale che ha macchiato il nome della città». Il giudice Terranova, assassinato il 25 settembre 1979 assieme al suo agente di scorta, il maresciallo Lenin Mancuso, fu il primo magistrato ad approfondire le indagini sulla mafia corleonese e a sottolineare la pericolosità di alcuni soggetti come Bernardo Provenzano e Totò Riina.
Poco prima di scoprire la targa in via Scorsone, si è svolta un'altra cerimonia, quella di intitolazione dell'asilo comunale di Corleone a Caterina e Nadia Nencioni, le due bambine morte nella strage di via dei Georgofili a Firenze la notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, che ebbe come mandante il boss di Corleone.
Le due intitolazioni si aggiungono a quella dello scorso settembre, quando è stata intitolata la sala convegni del complesso di Sant'Agostino al generale Carlo Dalla Chiesa e a quella dello scorso gennaio quando invece era stata intitolata la sala convegni della ex chiesa di Sant'Andrea al viceprefetto Ugo Triolo, corleonese assassinato nel 1979.
«L'antimafia passa anche dai simboli, così come la stessa mafia faceva dei simboli uno strumento di comunicazione - ha spiegato Maria
Cacciola - Non si dimentichi il sacrificio di due bambine come Caterina e Nadia né quello di Terranova che per quanto riguarda la mafia corleonese ha dato un grandissimo contributo in termini di intuizione della pericolosità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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