Coronavirus, Conte denunciato per pandemia colposa

Al centro della denuncia, presentata dall'avvocato Taormina, le responsabilità politiche e gestionali dell'emergenza. Si valutano le azioni di Conte, del ministro Speranza e di molti consulenti

Coronavirus, Conte denunciato per pandemia colposa

Quattrodici faldoni di materiale investigativo trasmessi al Tribunale dei ministri. Dopo la denuncia presentata a diverse procure dall'avvocato Carlo Taormina, si indaga sulle responsabilità politiche e gestionali nella strage causata dal coronavirus. Nel mirino ci sono il premier Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza e molti consulenti del governo che hanno operato durante l'emergenza.

Una prima indagine, come ricorda IlTempo, era stata avviata dai magistrati romani. "Una voce mi dice che la procura di Roma, da me investita con tre denunzie sulla gestione dell'emergenza coronavirus, abbia trasmesso gli atti al Tribunale dei Ministri contro Giuseppe Conte e altri", aveva scritto Taormina pochi giorni fa su Twitter. Poi la conferma in un altro tweet: "Pandemia colposa e omicidio colposo plurimo. Queste le contestazioni mosse a Conte, Ministri e consulenti da venerdì sotto processo dinanzi al Tribunale dei Ministri di Roma. Speriamo che non scatti il metodo Palamara".

Una denuncia pesante quella di Taormina sulla base delle 35mila vittime in Italia causate dal "ritardo" delle autorità, dalla mancanza di rapidità nel prendere le decisioni e intervenire. La contestazione principale evidenzia come nei 25 giorni successivi alla proclamazione dello stato di emergenza "non si è fatto nulla per vitare la strage". Le autorità erano informate "almeno dai primi di gennaio, se non da dicembre" di quello che stava per succedere e quindi "si potevano evitare migliaia di contagi e migliaia di decessi".

La richiesta è ora quella di fare luce sull'operato del governo per contrastare la diffusione del Covid-19 e di verificare se nei ritardi siano stati commessi dei reati. Il Tribunale dei ministri dovrà anche verificare le testimonianze del personale sanitario. Medici e virologi, ha spiegato l'avvocato, "mi hanno manifestato condivisione delle causali della denunzia e mi hanno fornito documenti scientifici di assoluta attendibilità". E così alla prima denuncia sono seguite le integrazioni, come riporta LaVerità. Dalla mancata istituzione delle zone rosse, alla gestione dell'emergenza nelle Rsa, alle storie dei cittadini abbandonati dalle autorità.

Ritardi e assenza di interventi hanno permesso quindi al virus di diffondersi nel Paese. E qui entrano in gioco anche i consulenti chiamati dal governo: quale ruolo hanno avuto nella gestione dell'emergenza? Il governo ha ascoltato i loro avvertimenti? Negli ultimi mesi virologi e consulenti hanno fornito pareri diversi e contrastanti tra loro, minimizzando anche sulla "pericolosità dei contagi". "Se prima si parlava di sottovalutazioni, ora si comincia a pensare che dietro le scelte governative, sostenute da pareri controversi di virologi non all'altezza della situazione, forse ci sia qualcosa di più grave che l'epidemia colposa di cui si parla in queste settimane", ha tuonato Taormina.

Il contagio si poteva evitare con "la drastica chiusura di ogni cosa" sin da subito. "Dal momento in cui sono state estese le massime restrizioni che si è ritenuto di imporre all'intero territorio nazionale, è iniziato il trend di arresto del contagio e di diminuzione delle persone decedute.

Matematico che se lo si fosse attuato subito, almeno iI 31 gennaio 2020, le migliaia di morti e, prima di ciò, le migliaia di contagi che ne sono stati la causa diretta, non si sarebbero verificate", conclude l'atto ora al Tribunale dei ministri. Già criticato per come ha gestito l'emergenza, ora Conte torna sotto processo.

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