La corsa ai vaccini per i minorenni "Dosi a settembre contro le varianti"

Ieri l'annuncio di AstraZeneca: via ai test dai 6 anni Anche Pfizer, Moderna e Janssen partono con le sperimentazioni. Cauda: "Sieri sicuri, pronti per il nuovo anno scolastico e studiati per le mutazioni"

La corsa ai vaccini per i minorenni "Dosi a settembre contro le varianti"

Sono stati i più protetti finora, ma le varianti del Covid adesso sembrano colpire proprio loro. I bambini, ovvero i soggetti fino a questo momento ritenuti quasi immuni dai problemi più seri legati all'infezione. Per questo le case farmaceutiche che hanno messo a punto i vaccini attualmente in commercio hanno deciso di ampliare la platea della sperimentazione, includendo anche i più giovani. I primi ad annunciare l'imminente inizio dei test ai ragazzi dai 12 anni in su sono stati Pfizer-Biontech e Moderna. Confidando di poter presto continuare con i bambini più piccoli. Sulla stessa strada si muove AstraZeneca, che invece inizierà la sperimentazione di fase 2 su 240 ragazzi volontari dai 6 ai 17 anni. Mentre Johnson e Johnson, che sta completando l'iter di approvazione, comincerà presto i suoi test sui più giovani coinvolgendo anche l'ospedale pediatrico Buzzi di Milano. L'obiettivo è rendere disponibile i prodotti entro l'estate, o al più tardi a settembre, in modo da depotenziare le pericolose varianti che rischiano di prendere il sopravvento sul virus Sars Cov-2 originale.

«La speranza è che le case farmaceutiche completino l'iter in concomitanza con l'inizio del nuovo anno scolastico conferma Roberto Cauda, virologo del policlinico Gemelli -. Visto l'arrivo delle varianti, come per esempio quella britannica, è necessario immunizzare quanto prima proprio i più giovani». Proprio loro fino a oggi sono stati considerati i meno a rischio. Ma i nuovi virus in circolazione potrebbero cambiare le cose. «La variante inglese, denominata Voc, sta dimostrando delle caratteristiche diverse rispetto al virus di Wuhan. In Gran Bretagna gira da settembre, per questo abbiamo a disposizione i primi dati prosegue Cauda -. Le sue caratteristiche sono molto particolari: colpisce di più i bambini, mostra sintomi più evidenti, ha una maggiore contagiosità, causa disturbi gastrointestinali più fastidiosi, ma produce una perdita minore del gusto e dell'olfatto. Riteniamo che la sua circolazione potrebbe portare a un ulteriore incremento della mortalità, anche se nei più piccoli insorge in modo meno grave». Proprio per questo ampliare la platea dei vaccinati è di fondamentale importanza. «Normalmente i vaccini vengono somministrati in giovane età. Questa volta i tempi di messa a punto sono stati molto accelerati, per questo è necessaria maggiore tutela va avanti l'esperto -. La sperimentazione fin qui condotta ha coinvolto solo gli adulti, i dati sui bambini mancano. Per questo sono stati inizialmente esclusi». Ma ora più che mai è necessario cambiare marcia. «Non esistono controindicazioni, non ci sono vaccini specifici per fasce di età prosegue Cauda -. Quando ci saranno dati relativi ai più giovani sarà dato il via libera anche a loro, perché almeno sulla carta non esistono particolari rischi».

L'iter dei test dovrebbe ricalcare quello seguito per gli adulti, attraversando quindi almeno due fasi. «La macchina è ormai rodata, quindi ritengo che i vaccini possano avere il via libera per i bambini entro l'inizio del prossimo anno scolastico commenta Cauda -. Certamente saranno in grado di rispondere in modo adeguato alle varianti. Del resto proprio Astra Zeneca si sta muovendo per rendere il proprio vaccino efficace contro la variante inglese. La casa farmaceutica ha messo in conto massimo quattro mesi per raggiungere questo obiettivo». La speranza non è solo mettere al sicuro il prossimo anno scolastico, ma anche fare in modo che la tanto attesa immunità di gregge sia davvero efficace. «Recentemente è apparsa una ricerca sulla rivista scientifica Science conclude Cauda -.

Lo studio ha messo in luce che se con i vaccini attualmente in commercio si raggiungesse l'immunità di gregge fra gli adulti, sarebbe comunque un serbatoio di circolazione del virus rappresentato dai bambini. Questa ipotesi va scongiurata».

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