La corsa delle imprese allo sportello per un credito che non si può ancora chiedere

Da Roma, a Genova, a Torino, centralini in tilt già prima della nuova legge

La corsa delle imprese allo sportello per un credito che non si può ancora chiedere

Linee roventi in banca. Il bisogno di liquidità delle imprese italiane e tale che «diverse grandi filiali di Genova, Torino e Roma - racconta una fonte sindacale - hanno registrato dei veri e propri cortocircuiti per le tante chiamate ricevute». Non siamo ai livelli del ko dell'Inps, ma la situazione-credito è fuori controllo perché sui tempi c'è stato un grande equivoco.

I 400 miliardi messi a disposizione delle imprese con il decreto liquidità non arriveranno subito. Anzi. La strada sembra tortuosa e ieri la stessa Sace (in coppia con l'Abi) ha fatto sapere che è stato avviato un gruppo di lavoro per analizzare e rendere operativi tutti gli aspetti connessi alle nuove disposizioni contenute nel Decreto Legge, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, con l'obiettivo di operare sin d'ora per sostenere le imprese italiane nel reperire liquidità e finanziamenti necessari per fronteggiare l'emergenza Covid-19 e garantire continuità alle attività economiche e d'impresa.

In soldoni, prima bisogna aspettare la pubblicazione del decreto in Gazzetta e poi si potrà iniziare (sulla base di quello che è indicato nella versione finale) a richiedere prestiti garantiti. Ma non in tempi brevissimi. La macchina è da rodare spiega una fonte bancaria - e, per esempio, per i prestiti fino a 800mila euro la concessione non sarà automatica ma si baserà su una valutazione del merito creditizio che tenga conto della situazione finanziaria pre-crisi e non dell'andamento degli ultimi mesi, segnati dal Covid-19. Uno screening che porterà via ulteriore tempo.

Scettica anche Unimpresa secondo cui siamo di fronte a "un bluff" del governo, dal momento che "sulla garanzia per i prestiti alle imprese, che dovrebbe essere assicurata dalla Sace, manca ancora il via libera dell'Unione europea. Ne consegue - sostiene Unimpresa - che, al momento, per le aziende italiane non è possibile ottenere i finanziamenti previsti dal provvedimento d'urgenza sfruttando il sistema di garanzia predisposto dal governo.

Una situazione che non farà che aumentare lo scontento tra gli imprenditori, già marcato.

Questo tipo di misure ha aggiunto il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara - sono importanti, non vogliamo demonizzarle, ma una norma di questo tipo, considerata la situazione di straordinaria emergenza, va varata e resa immediatamente applicabile.

Ragion per cui, il governo avrebbe dovuto ottenere, con toni decisi, da Bruxelles, una rapidissima verifica e un altrettanto rapido via libera. Secondo: le garanzie, da sole, non bastano a tenere in piedi l'economia italiana; andremo incontro - conclude - a un periodo buio, di fatturati che crollano».

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