La Corte di Strasburgo si è pronunciata in difesa della maternità surrogata. La legge danese vieta l'adozione di bambini da parte di una madre che ha pagato la maternità surrogata. E questo, secondo la Corte europea dei diritti umani Cedu, viola i diritti dei minori al rispetto della vita familiare e privata. La sentenza diventerà definitiva se le parti non otterranno un nuovo giudizio.
La vicenda a cui si riferiscono i giudici riguarda una donna a cui le autorità danesi hanno rifiutato di riconoscere la possibilità di adottare i gemelli nati in Ucraina da una madre che è stata pagata per la gestazione. I bimbi sono già legalmente figli del marito della donna che è il loro padre biologico, hanno la nazionalità danese, e alla signora è stata riconosciuta la custodia congiunta dei piccoli. Ma per la Corte di Strasburgo questo non basta a garantire i diritti dei minori. Non permettendo l'adozione, dice la sentenza, le autorità hanno impedito di far riconoscere legalmente il rapporto genitore-figlio, e questo ha posto i bambini in una posizione giuridica incerta, per esempio, fa notare la Cedu, per quanto riguarda l'eredità. Nel ribadire che «l'interesse del minore è primario» la Cedu sostiene che la Danimarca non ha trovato il giusto equilibrio tra l'interesse della società a limitare gli effetti negativi della maternità surrogata a pagamento e gli interessi dei gemelli. I giudici della Cedu hanno inoltre stabilito che il Paese dovrà pagare 5mila euro ciascuno ai bimbi per danni morali.
In Italia la legge 40/2004 vieta non soltanto la maternità surrogata, ma anche la possibilità di poter ottenere un provvedimento giuridico da parte dello Stato, con cui venga riconosciuto lo stato di genitorialità ad una coppia omosessuale che ha avuto, all'estero, un figlio tramite maternità surrogata.
La Cedu si è espressa sull'obbligo per tutti i paesi europei, anche quelli che vietano la maternità surrogata, di riconoscere lo stato di filiazione del minore con i genitori omosessuali. Tuttavia, in Italia, sebbene venga considerato di suprema importanza l'interesse del minore, quest'ultimo confligge con i diritti della gestante.
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