Così il conflitto "arma" le azioni dei big di cyber security e difesa

L'aumento del budget militare di Europa e Usa spinge il settore. Il caso di Leonardo e Fincantieri

Così il conflitto "arma" le azioni dei big di cyber security e difesa

Diceva Carl von Clausewitz che «la guerra è politica proseguita con altri mezzi». È anche economia perseguita con altri mezzi. Lo vediamo nelle sanzioni economiche alla Russia ridotta al baratto, nella volatilità estrema di tutte le Borse, ma, anche, nei solidi guadagni di alcuni settori. L'andamento di quello energetico è sotto gli occhi di tutti, ci sono, tuttavia, anche altre nicchie che dalla crisi stanno largamente guadagnando. Le azioni delle aziende specializzate nella difesa, e nella sicurezza informatica, stanno veleggiando in Borsa sulla spinta della crisi Ucraina. Tutto questo anche perché gli investitori prendono atto degli impegni di nazioni, come la Germania (la più solida economia europea), per un deciso riallineamento delle spese militari. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato che quel comparto di spesa sarà aumentata al 2% del prodotto interno lordo, da una stima dell'1,5% nel 2021. Ma non è il solo governo ad avvertire una maggiore minaccia. Gli appaltatori della difesa Usa guardano al fatto che il Pentagono chiederà quasi certamente al Congresso finanziamenti aggiuntivi per pagare l'aumento dei costi. Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha annunciato un incremento del bilancio statale per le forze armate: «Si impone una crescita del prodotto interno lordo da destinare alle spese per la difesa, dal 2% al 2,5%». E i governi avvertono una maggiore minaccia anche per quanto riguarda le intrusioni informatiche.

Tra le aziende che hanno maggiormente beneficato di questa situazione - il nuovo clima da Guerra fredda sembra destinato a durare a lungo - ci sono alcuni tradizionali colossi del settore. Lockheed Martin, big della difesa e produttore del caccia di quinta generazione F-35, continuava ieri il trend positivo dopo il più 5,4% di lunedì a Wall Street. La società, assieme Raytheon, è anche il produttore del sistema di difesa missilistica Patriot che sarà schierato con il gruppo tattico della NATO in Slovacchia. Ecco, Raytheon Technologies: il colosso della difesa Usa -produttore del missile terra-aria a corto raggio Stinger, che la Germania si è impegnata a fornire alle forze ucraine- ha visto il prezzo delle sue azioni aumentare di oltre il 9% da quando l'invasione è iniziata. Le azioni di Raytheon sono aumentate di oltre il 18% quest'anno. Del resto dai tempi della occupazione sovietica in Afghanistan quando si vuole fornire a un alleato in situazione di inferiorità aerea un supporto la risposta è sempre: Stinger. È l'equivalente per dei reparti di fanteria di una betoniera per un'azienda di edilizia.

Tra le aziende che stanno guadagnando ci sono la società di sicurezza di cloud storage, che commercializzano servizi anti-ransomware e aziende come Fortinet (+13,8% nell'ultimo mese a Wall Street), un produttore di sistemi di sicurezza di rete. La situazione è ben rappresentato da un Etf (i fondi «passivi» che replicano un indice di riferimento) di settore come Global X Cybersecurity in rapida salita nell'ultima settimana. Per usare le parole degli analisti di Morgan Stanley «l'accresciuta tensione in ambito geopolitica continuerà a fornire una spinta per i titoli della sicurezza informatica». Anche perché, se e quando la crisi finirà, l'esempio di cosa può fare Anonymus - che ha trasmesso canzoni in ucraino dalla Tv russa e spento con un clic il sito del Cremlino - resterà. Così come l'idea che il web è ideale per i nuovi conflitti a bassa intensità.

Guardando al nostro Paese, tra le aziende italiane che più hanno beneficato della situazione di tensione spiccano Leonardo e Fincantieri. Quanto alla prima azienda: anche il giorno dell'invasione con le Borse mondiali tutte in calo aveva visto salire le sue azioni di oltre il 4% per poi chiudere la scorsa settimana a ridosso dei 7 euro; quindi il balzo di lunedì (+15%) e il +1,5% circa di ieri che ha portato il titolo sopra quota 8 euro. Leonardo del resto si è posizionata molto bene anche sulla sicurezza cyber.

Già all'Expo a Dubai, il colosso tecnologico dell'aerospazio ha promosso un «cyber game» e dibattito sull'importanza dell'approccio sistemico e della formazione per affrontare le sfide della cyber security. E tutto questo ora paga.

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